Quantcast
Channel: Recensione degli oculari astronomici Edmund Optics RKE®
Viewing all 825 articles
Browse latest View live

Recensione dello spotting scope TOP DI GAMMA, Zeiss Harpya 95: Arma Letale

$
0
0

Lo Zeiss Harpia s’inserisce nella fascia alta dei prodotti Zeiss, seguito dal Gavia (di produzione giapponese) e dal lungo Diaylit espressamente progettato per i cacciatori.

Lo Zeiss Harpia 95 con il treppiede ufficiale

 

 Ricordo che all’epoca della sua presentazione, rimasi alquanto colpito da alcune caratteristiche tecniche enunciate, prima fra tutte il grande campo apparente di ben 72° lungo tutta l’escursione dello zoom.

 

Victory Harpia 85

Victory Harpia 95

Lunghezza focale

162 – 486 mm

174 – 523 mm

Attacco filtri

M86 x 1.00

M95 x 1.00

Diametro utile obiettivo

85 mm

95 mm

Distanza minima dall’oggetto

3.5 m

4.5 m

Altezza x Larghezza x Lunghezza

121 x 103 x 384 mm

124 x 109 x 408 mm

Peso

1934 g

2078 g

Impermeabilità

400 mbar

400 mbar

Riempimento di azoto

Prezzo (Marzo 2019) Bignami 

3270 EURO

3838 EURO

 

Oculare

Oculare 22–65x

Oculare 23–70x

Ingrandimenti

22–65x

23–70x

Campo visivo a 1000 m    

63.2 – 21.0 m

58.8 – 19.5 m

Pupilla uscita

2.50 – 1.31 mm

2.50 – 1.34 mm

 

Qualche lettore di Binomania, che mi segue sulla pagina ufficiale di Facebook o sul Forum, ricorderà che la scorsa estate ricevetti in visione un prototipo del nuovo spotting scope Zeiss. Dato che si trattava di una versione “non definitiva”, preferii non presentarla in un articolo specifico, aspettando pazientemente la versione ufficiale.
Un paio di settimane fa, ho ricevuto un kit nuovo fiammante composto da  Zeiss Harpia 95 e treppiede.

Per questo motivo, dopo aver verificato se ci fossero delle differenze con il prototipo, ho deciso di scrivere le mie impressioni. Ovviamente avendo la possibilità di utilizzarlo per qualche mese, non mancherò di aggiornarvi sulle mie possibili e successive sensazioni.

Il ponte di comando con il sistema di messa a fuoco e la regolazione degli ingrandimenti

Meccanica e messa a fuoco

Questo telescopio terrestre è un netto passo avanti rispetto alla precedente produzione denominata ” Diascope”.  Il vecchio progetto è stato totalmente rivisto e sono state apportate innumerevoli novità che fanno dimenticare il vecchio “lungo tedesco” anche ai più affezionati.

Inizio con lo scrivere che lo Zeiss Harpia il cui nome deriva da una combattente e aggressiva aquila sudamericana- è disponibile in due versioni: con obiettivo da 85 mm di diametro e la più grande l’Harpia 95 che com’è ben comprensibile raggiunge quasi un diametro di quattro pollici. Una performance ” astronomica”, direi, dato che il diametro dell’obiettivo consente di ottenere anche qualche soddisfazione nell’osservazione astronomica.

La costruzione è irreprensibile, il design è tutto sommato classico, non noto bizzarri  tocchi di progettisti “fashion”:  la linea è sobria e pulita.  Lo scafo è protetto da un’ampia gommatura nera. Ci sono soltanto due piccoli loghi azzurri che propongono la veste grafica cui Zeiss ci ha abituato da anni.

A differenza di alcuni prodotti della concorrenza non è modulabile, penso sia stata una scelta un po’ controcorrente, ma in Germania avranno fatto i loro conti, oppure hanno in cantiere un aggiornamento dello Zeiss Photoscope. Fatto sta che non è possibile smontare in due il telescopio. Ci troviamo quindi di fronte ad un classico spotting scope che consente l’utilizzo di un eccellente oculare in grado di fornire un range d’escursione compreso fra i 23X e i 70X.

La zona “oculare” è decisamente snella e le dimensioni dello stesso sono molto confortevoli , cosi come il morbido paraluce di gomma

Il sistema di messa a fuoco è definito da Zeiss come “DualSpeed”.

 È un sistema di regolazione del fuoco a commutazione automatica che riconosce quando si gira velocemente il rotore, rispetto a quando si tenta di dare una regolazione fine.  Nell’uso pratico devo ammettere che è fluidissimo, forse fin troppo, e entrambi gli esemplari testati non hanno mostrato alcuna incertezza nel trovare il corretto punto di fuoco ai massimi ingrandimenti, seppur sia un telescopio di corta focale.

La soluzione ad anello centrale- derivata dai teleobiettivi fotografici – è molto più precisa e comoda da utilizzare rispetto alla classica con la piccola manopola demoltiplicata. Il mero piacere nel suo utilizzo è alquanto soggettivo, ma devo ammettere che da quando me ne avvalgo non ne posso più fare a meno. Oltretutto, tale sistema consente di mantenere una linea pulita e uno scafo ottico più robusto. Ricordo, infatti, che in caso di caduta le piccole manopole sono più soggette a danni. In questo caso è anche più facile proteggere il telescopio con una custodia. Di fatto Zeiss ne ha prevista una che è possibile ordinare separatamente e che potete ammirare nelle foto qui di seguito.

E’ possibile focalizzare i soggetti a una distanza breve- che ho calcolato essere pari a quattro metri-  A 23X, per passare da questa distanza  all’infinito, occorre ruotare la manopola di due giri precisi. E’ veramente entusiasmante osservare con questo telescopio -anche ad alti ingrandimenti – i fiori, le farfalle e gli insetti . Questa è una prestazione irraggiungibile, ad esempio, dagli strumenti dedicati all’uso astronomico che spesso sono prestati all’osservazione naturalistica; anche in questo caso uno spotting scope si è rivelato uno strumento sicuramente polivalente.

Il sistema “Dual Focus” si è rilevato affidabile e molto veloce

E’ presente un collare rotabile a 360 gradi che ha una base solida. Nei pressi dell’oculare è stata ottimizzata la protezione di gomma che presenta una zigrinatura atta a migliorare la presa. Il ponte di comando è composto non solo dalla messa a fuoco, ma anche dal sistema d’ingrandimento. Non serve, infatti, ruotare lo zoom, ma è sufficiente muovere un rotore (più piccolo di quello atto a focheggiare) e che consente rapidamente di trovare l’ingrandimento più confacente per l’osservazione che si sta compiendo.

Il tappo è molto funzionale, riprende anch’esso le ultime soluzioni nel settore fotografico, non si avvita ma si incastra. Per toglierlo è sufficiente fare pressione in due punti prefissati.  Talvolta ho trovato difficoltà a estrarlo dopo repentini cambi di temperatura, consiglio quindi di non inserirlo con troppa veemenza.

Lo Zeiss Harpia è ovviamente ben impermeabilizzato, riempito in azoto e garantito sino a 400 mb.

 

Obiettivo

Zeiss non dichiara con precisione quali vetri siano stati utilizzati, si limita a confermare che lo schema ottico è composto di elementi in fluorite e vetri d’altra composizione.

Il grande obiettivo da 95 mm di diametro

Non posso che confermare la bontà di questo progetto: la nitidezza e il contrasto forniti sono ai massimi livelli. Similmente allo Zeiss Victory SF è stata abbandonata la “resa tonale glaciale” che era caratteristica degli Zeiss FL. Lo Zeiss Harpia fornisce dei toni abbastanza neutri, ma che sono lievemente virati verso il giallo. Per precisione preferisco scrivere “colori caldi” giacché tali differenze si possono solo evidenziare durante un paragone sul campo insieme con altri prodotti della concorrenza.

Questo spotting scope è luminoso come un telescopio astronomico da quattro pollici

Oculare

L’oculare è uno delle parti più importanti di questo progetto e che penso contribuirà  a far crescere il numero degli ammiratori.

Con l’ottica da 85 mm fornisce un range compreso fra i ventidue e settanta ingrandimenti, con il 95 mm, l’ingrandimento minimo garantito è un eccellente 23X che batte di ben sette ingrandimenti il diretto concorrente Swarovski ATX consente di osservare  un minimo trenta ingrandimenti.

Spesso “i 30x ” sono difficili da gestire durante le giornate estive, affette da molta turbolenza atmosferica, di contro è proprio in questo momento che i rapaci sono in piena attività, grazie alle termiche. Per tale motivo ho ben gradito la scelta di casa Zeiss di regalare ai possessori di un 95 mm, un ingrandimento ben gestibile  anche nell’uso diurno.

Anche se possiede un obiettivo da 95 mm è decisamente compatto e snello. Molto comodo l’oculare

 

L’oculare è piccolo, compatto ma robusto, ben costruito ed è molto comodo da “indossare”. Dotato anch’esso di un sistema di blocco (di solito è presente sul telescopio). Si collega tramite un sistema a baionetta. E’ scontato dire che è presente una lente neutra nella parte superiore dell’Harpia che non consente di far entrare polvere, acqua e umidità, durante l’inserimento dell’oculare nell’uso sul campo. Fattore abbastanza raro, poiché appena si aggancerà quest’oculare al telescopio, raramente si avrà la voglia di toglierlo.

L’estrazione pupillare è elevata e non penso ci siano particolare problemi per i portatori di occhiali. Il paraluce di gomma (comoda) non presenta degli stop prefissati ma è totalmente estraibile per facilitare la pulizia della lente di campo. E’, inoltre, presente un anello rosso che avvisa l’utilizzatore della fine della corsa. Da quel punto in avanti, ruotando, s’inizierà a smontare il paraluce di gomma dall’oculare.

Trattamenti

Lo Zeiss Harpia è ottimizzato con i migliori e più attuali trattamenti Zeiss. La mia prova di riflessione con il classico test dello specchiarsi o del leggere i caratteri di un giornale, ha portato ad apprezzarne molto le caratteristiche. Penso sia uno fra i migliori trattamenti che ho visto su un prodotto di alta qualità.

Aberrazioni

Non è un binocolo 10X42, ma un telescopio dotato di un complesso sistema ad ingrandimento variabile. Per tale motivo è ovvio che la mia percezione delle aberrazioni sia differente rispetto all’ingrandimento utilizzato. Cercherò quindi di essere molto dettagliato per informare il lettore con precisione.

Aberrazione cromatica
Lo Zeiss Harpia ha ottenuto –nei miei testi visuali- un eccellente risultato. Ha una pregevole capacità di contenere l’aberrazione cromatica che è in pratica invisibile- al centro del campo- a bassi ingrandimenti. Si palesa talvolta a 70X solo durante le pessime condizioni d’illuminazioni e su soggetti ostici come fili della luce, rami, bordo lunare. 

Il Kit delle meraviglie. Zeiss Harpia 95 con custodia protettiva e treppiede originale

Cromatismo laterale
Lo Zeiss Harpia ha un eccellente contenimento dell’aberrazione cromatica laterale, penso il migliore che io abbia testato. E’ pressoché invisibile a bassi ingrandimenti.  A 70X, invece, si nota in maniera poco invasiva, soltanto in condizioni d’illuminazione critiche, ad esempio osservando un traliccio della luce a seicento metri di distanza in forte controluce.

Considerando anche che il campo fornito è invidiabile non penso proprio ci sia qualcuno disposto a lamentarsi. Promosso a pieni voti!

Curvatura di campo
Le immagini sono perfettamente fuoco sino al bordo del campo. Mi sento di confermare che questo spotting scope è in grado di fornire un ottimo campo piatto.

Distorsione angolare
Visibile, minima,a cuscinetto e ovviamente, maggiormente percepibile a bassi ingrandimenti.  C’è anche un po’ di distorsione di ingrandimento, ma minima e al bordo estremo del campo.Il panning mi è sembrato molto riposante, anche se io non sono molto influenzabile dall’effetto palla rotolante.

Prova sul campo

Quando si osserva in un TOP DI GAMMA, è utile non farsi suggestionare dal brand, ci si deve staccare dalla presupposizione o dalla deferenza, provando a essere il più oggettivi e neutrali possibili.

E’ abbastanza facile, tuttavia, testare prodotti di tal foggia, giacché raramente si esce indigesti da un ristorante segnalato dal “gambero rosso”. Lo Zeiss Harpia possiede tutte le caratteristiche tecniche che un grande appassionato di ottiche sportive potrebbe bramare.

In primis, l’ottima resa del grande obiettivo da 95 mm. La nitidezza è alta, il contrasto eccellente anche nelle pessime condizioni d’illuminazione, l’ergonomia è azzeccata cosi come il sistema di messa a fuoco che mi è piaciuto parecchio per fluidità, facilità di gestione, robustezza e pulizia nel design.  Ho notato un’ottima sensazione di tridimensionalità, osservato in questo spotting scope, penso dipenda dalle sue caratteristiche tecniche, soprattutto l’ampio campo di vista.

Guardando nello Zeiss Harpia a 70X spesso si farà fatica a percepire tali ingrandimenti – poiché nelle giornate limpide e con poca turbolenza – esso è cosi nitido da farci credere di stare osservando a ingrandimenti decisamente più bassi.

Lo Zeiss Harpia in uno dei capanni della OASI LIPU Palude Brabbia di Varese

Ho compiuto delle osservazioni molto ostiche, come quelle di un falco pescatore in controluce che mi avrebbero fatto innervosire con un telescopio di bassa qualità. Che cosa dire poi dell’ingrandimento minimo? E’ perfetto e si utilizza alla perfezione anche nell’uso diurno. Se associamo tale fattore al grandissimo campo di vista inquadrato 3.3° a 23X che con la formula classica sono circa 77° di campo apparente, potrete, in parte, comprendere il mio entusiasmo. E’ il migliore oculare zoom per uso naturalistico che io abbia provato. Oltretutto  al minimo ingrandimento è possibile usufruire di una ottima uscita pupillare (4.1 mm) che non affatica la vista, neppure dopo ore di osservazione. 

Anche ad alti ingrandimenti il campo apparente elevato unito a un’immagine piatta con poca distorsione, consente di ottenere delle immagini impensabili- nell’utilizzo in mezzo alla natura – sino a pochi anni fa.

Sfondare il muro dei 50-60X unendo un diametro cosi grande non può solo che generare un alto potere risolutivo in grado di percepire dei dettagli molto fini e non osservabili con il classico 20-50×80.

Lo Zeiss Harpia è perfetto per le osservazioni naturalistiche diurne: un campo di vista incredibile e un ingrandimento perfetto per contrastare la turbolenza

E’ uno strumento molto adatto anche per le osservazioni dei volatili o dei cetacei dalle scogliere, dove spesso ci si scontra con soggetti molto lontani. In questo caso sarà anche utile la filettatura con passo M95 x 1.00 che consentirebbe di montare una bella lente neutra atta a non rovinare il performante obiettivo alla fluorite con la salsedine o la sabbia.

Grazie al raccordo dedicato si presta rapidamente a qualsiasi tipo di fotografia naturalistica. E’ possibile, infatti, collegare mirrorless e reflex con e senza obiettivo. Ovviamente è possibile collegare anche gli smartphone.

Molti di voi, immaginando una grande lente da 95 mm potrebbe dubitare della sua facilità d’uso in natura, in realtà, come anche la bilancia elettronica ha dimostrato è decisamente leggero e compatto “2280 g con oculare, 2065 g, senza). Provate a portare con voi un telescopio astronomico di tale diametro fra boschi, sentieri e paludi…sarò lieto di discuterne con voi davanti a un bel caffè.

Visto il grande diametro ho provato a utilizzarlo per le osservazioni astronomiche ed ha mostrato doti sorprendenti. E’ molto luminoso, l’immagine di M42 (Nebulosa di Orione) era identica –  per luminosità ma migliore per ciò che riguarda la nitidezza e il contrasto – a quella di un rifrattore acromatico da 102 mm che ho usato come confronto. Grazie al grande campo di vista è possibile inquadrare rapidamente gli oggetti celesti e poi divertirsi a zoomare, vedendo, ad esempio “esplodere” gli ammassi stellari nella costellazione di Auriga o percepire la forma di alcune galassie nell’Orsa Maggiore.

La resa ai bordi, con stelle di II e III magnitudine è quasi perfetta sino al bordo, si nota, soltanto un po’astigmatismo verso il 95% del campo di vista.
Se lo userete- durante le vostre escursioni in montagna- non mancate di puntarlo anche verso il cielo: sarete sorpresi. Avrei gradito la presenza di un raccordo per utilizzare gli oculari astronomici. Penso che regga tranquillamente anche i 150X nell’osservazione lunare.

 

 

PREGI

  • Resa globale dell’ottica (nitidezza, contrasto,)
  • Ottimo contenimento delle aberrazioni cromatiche
  • Compattezza rispetto al diametro
  • Soluzioni adottate riguardo al sistema di messa a fuoco e alla regolazione degli ingrandimenti

 

 

DIFETTI

  • Non è modulabile e per qualche utente potrebbe essere un problema
  • Possiede una luminosità leggermente  inferiore rispetto allo Swarovski ATX 95 che ho usato come metro di paragone.

 

BOX 1
Treppiede e testa  
Ho ricevuto, pochi giorni fa, un esemplare del nuovissimo treppiede + testa Zeiss, specificatamente progettato per i telescopi teutonici. Le prime impressioni sono positive: leggero, con una buona capacità di contenere le vibrazioni, abbastanza fluido nei movimenti. Lo proverò’, insieme alla piastra di bilanciamento e al raccordo fotografico e non manchero’ di informarvi.


BOX 2

Zeiss Harpia 95 vs Swarovski ATX 95

Ho avuto anche la possibilità di compiere una comparativa sul campo fra quelli che ormai ritengo i telescopi terrestri più performanti in questo periodo.

Citerò le mie impressioni in un breve riassunto, evitando sterili tabelle.
Lo Swarovski ATX 95  di primo acchito pare più pesante, essendo più spesso, soprattutto, nella zona dei prismi. In realtà pesa poco meno, anche se appare meno snello-  rispetto allo Zeiss Harpia. Guardando con maggiore attenzione si nota, ad esempio che lo Zeiss possiede un maggior diametro nei pressi del rotore di messa a fuoco.

Swarovski ATX (sulla sinistra) e Zeiss Harpia 95

Per quanto riguarda l’aberrazione cromatica, lo Zeiss Harpia possiede un miglior contenimento   dell’aberrazione cromatica in asse ad alti ingrandimenti. La miglioria si nota ancor di più (sempre ad alti ingrandimenti) per ciò che concerne il cromatismo laterale.

Riguardo alla curvatura di campo, posso dire che in questo caso lo Swarovski ATX mostra un’immagine ai bordi leggermente più a fuoco.

 

Per quanto riguarda la tonalità dei colori, la ricetta austriaca è più neutra, quella teutonica più calda. Lo Zeiss, forse, rende un po’ meglio durante le giornate contraddistinte da foschia.  

Messa a fuoco. Entrambe sono pregevoli, quella Zeiss è più fluida.

Campo di vista.  In questo caso, stravince lo Zeiss Harpia.  Il campo di vista dello Zeiss è maggiore a bassi ingrandimenti, proprio perché è possibile osservare a 23X, laddove l’ATX si ferma a 30X. Di contro, le prestazioni a 70X sono comparabili 19.5 m a 70X contro 19 metri dello Swarovski. L’osservazione diurna in presenza di forte turbolenza è senza dubbio meno affaticante osservando con l’Harpia.

Per quanto riguarda la luminosità ho tribolato e non poco.

Dalle mie innumerevoli prove effettuate al crepuscolo, ho notato che sia a 23X sia a 30X lo Zeiss Harpia è leggermente meno luminoso (di pochissimo).

Tuttavia questo fattore mi pare ridimensionarsi ( se non annullarsi) a 70X dove non ho notato evidenti differenti di luminosità, sia al crepuscolo, sia a notte inoltrata. In tal caso la differenza di luminosità è cosi infinitesimale che la giudico irrilevante.

Per fare questo test ho osservato un faggio tagliato che mostrava il sottobosco. La zona osservata era distanza circa 400 metri dal mio punto osservativo. Ho speso varie serate per fare questo test , tuttavia non aspettatevi, però, chissà quale differenza, come direbbe un caro amico, trattasi di argomentazioni … sulla lana caprina.

 

In sintesi

Lo Zeiss Harpia 95 si è dimostrato uno fra i migliori telescopi terrestri che ho avuto il piacere di testare, se non il migliore: è compatto, nitido, contrastato,  “tridimensionale” ,con una ottima resa dei colori , un eccellente contenimento delle aberrazioni cromatiche. Lo zoom è pregevole, così come la visione a 23X, pari a 72° di campo apparente. Ritengo sia migliore di altre soluzioni per il birdwatcher che esige grandi campi di vista e bassi ingrandimenti da sfruttare anche nell’uso diurno.

Ovviamente tali beltà si fanno pagare, ma sono certo che chi è appassionato come me e come me trascorre molte ore in mezzo alla Natura comprenderà che il suo acquisto potrebbe essere un vero e proprio investimento “Per la vita”. Si avrà quindi a disposizione un piacevole compagno di avventure, performante e affidabile.

 

Ringraziamenti

Ringrazio come sempre Achille Berti  e Andy De Santis, della  Bignami SPA, importatore ufficiale dei prodotti Zeiss che mi hanno concesso di provare questo formato (e prossimamente anche gli altri) lasciandomi, come sempre, libero di scrivere le mie impressioni sincere.

 

Ti è piaciuto quest’articolo? 

Binomania consente a tutti gli appassionati di leggere gratuitamente decine e decine di recensioni di prodotti  ottico-sportivi, per questo motivo, se apprezzi il nostro lavoro, potresti  sostenere Binomania offrendoci un cappuccino attraverso paypal. Ti ringraziamo anticipatamente!

Offrici un cappuccino! 

 

Disclaimer.
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Marzo dell’anno 2019-  Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente il distributore ufficiali Zeiss Bignami.

 

 


Torretta binoculare Tecnosky Horizon. Comparativa con binocolo astronomico, utilizzo con Dobson e test diurno

$
0
0

Attendevo, da molti anni, un accessorio ottico con tali caratteristiche.

Cito testualmente quanto pubblicizzato da Tecnosky: La nuova torretta binoculare Horizon permette di utilizzare strumenti come newton o rifrattori senza anteporre alcun correttore di tiraggio! Una vera rivoluzione nel suo genere!

Molti binofili – compreso il sottoscritto – hanno sempre tentato di osservare il cielo con un rifrattore e un visore binoculare, tuttavia gli ingrandimenti che era possibile raggiungere,  erano sempre troppo elevati affinché eguagliassero le prestazioni di un classico binocolo astronomico.

Ora, grazie alla torretta Horizon  tutto ciò è possibile.

il complesso schema ottico di questa torretta binoculare

L’atipica pupilla di uscita del visore Horizon che divide l’immagine in due per poi ricomporla con la visione binoculare

Non mi dilungo sui dati tecnici confermo soltanto che trattasi di uno schema misto composto di lenti e specchi in grado di fornire un’immagine completamente raddrizzata.

La costruzione è in linea con il prezzo di acquisto, anzi mi pare anche migliore rispetto ad altri visori binoculari nella stessa fascia di costo. Sono stati utilizzati sia il policarbonato sia parti metalliche. Di primo acchito si rimane un po’ scioccati dai componenti di colore rosso anodizzato, ma le rifiniture sono molto curate. Oltretutto, dopo aver installato il telescopio sulla mia montatura altazimutale AYO della AOK SWISS, mi sono accorto che i colori combaciavano alla perfezione … anche l’occhio vuole la sua parte.

A sinistra visore binoculare MaxBright, a destra la nuova Tecnosky HORIZON



Pregevole e preciso si è rivelato il sistema di blocco a collare della sede porta-oculari e la regolazione della distanza inter-pupillare simile al  (per me prediletto) visore binoculare Takahashi che cerco spesso nel mercato dell’usato.

Questo sistema ottico binoculare “divide” in due l’immagine,  è molto curioso,infatti, analizzare la sua uscita pupillare (Vedi foto).  Ho ritenuto che la sua regolazione sia molto precisa e che l’esemplare in prova si è dimostrato ben collimato anche oltre i 200X.

Per controllare la trasmissione luminosa di questa torretta ho fatto una prova- forse non molto precisa- ma abbastanza affidabile.

Ho fissato su un cavalletto fotografico prima la Horizon e poi la Maxbright. (con il supporto della Berlebach che uso per i binocoli)

Ho inquadrato la stessa zona ( un muro illuminato) e poi ho inserito all’interno del porta oculari l’obiettivo della compatta Canon Powershot S95.
La compatta era impostata in modalità di apertura a F/2 ed è stato sufficiente verificare i tempi di posa ottenibili per arrivare alla perfetta esposizione.
Nella Horizon ho dovuto scattare a 1/4 di secondo, nella Maxbright il tempo è stato piu’ alto- anche se di poco- ossia 1/8 di secondo.

La MaxBright, quindi è risultata leggermente piu’ luminosa, tuttavia, dato che è impossibile utilizzarla ad ingrandimenti bassi come quelli concessi dalla Horizon non l’ho evidenziato come elemento essenziale per una eventuale scelta fra le due.

Una bella pesata alle torrette.

 L’unica remora che avevo, riguardava il diametro libero dei prismi, dichiarato in 17,5 mm. Tuttavia, poiché Tecnosky aveva minimizzato il possibile problema di vignettatura con oculari da 25 mm, ho accettato ben volentieri di testarlo anche con questi oculari e lo abbiamo fatto anche con un Dobson, grazie alla collaborazione di Vincenzo Valente meglio conosciuto come “Kappotto” nei vari forum di astronomia.

Un plauso anche per la valigetta a tenuta stagna, fornita di serie

La torretta Horizon è stata utilizzata con un rifrattore acromatico Tecnosky con un diametro di sei pollici e aperto a F/6 e con il mio esemplare di Takahashi FS 128 con doppietto in fluorite minerale, aperto a F/8.1.

Nell’uso astronomico ho utilizzato anche il pentaprisma suggerito da Giuliano Monti, dato che, come risaputo, non inverte le immagini.

La rapida regolazione della distanza inter-pupillare

Comparativa nell’uso astronomico


I contendenti sono stati il rifrattore da 150mm con la torretta Horizon e un binocolo astronomico angolato (acromatico) da 100 mm di diametro.

Durante Febbraio ho organizzato una breve comparativa in compagnia di qualche amico astrofilo (il già citato Vincenzo Valente, Angelo Cutolo, Federico Caro, Paolo Monti, Emilio Curro’ Dossi, Maurizio Mazzoleni e altri ancora). Tali signori, sono tutti comprovati appassionati di osservazioni visuali e astrofili decisamente esperti.

L’oggetto, anzi gli oggetti del contendere, sono stati vari: da M42 a il Doppio di Perseo, da M1  a qualche galassia nell’Orsa Maggiore, sino agli ammassi stellari nella costellazione di Auriga.

La torretta Horizon durante la serata comparativa


Posso confermare- senza dubbi- che il kit composto da rifrattore da sei pollici +visore non fornisce una luminosità simile a quella di un binocolo da 120 mm, ma è comparabile a quella di un “ottimo”  binocolo astronomico da cento. Di contro, a favore del sistema rifrattore da sei pollici Horizon, ho evidenziato delle caratteristiche molto interessanti che personalmente mi hanno fatto prediligere le immagini fornite:

1) Maggior puntiformità stellare
2) Maggior contrasto (ben visibile, ad esempio osservando M42)
3) Maggior nitidezza

 

Di contro, il combo era ovviamente piu’ pesante e ” delicato” rispetto a un semplice binocolo che si monta e smonta in un baleno.

Confermo che abbiamo potuto utilizzarlo- senza evidenti problemi di vignettatura- anche con gli oculari da 24 mm.

Colgo l’occasione per fare un plauso ai nuovi oculari FLAT FIELD proposti da Tecnosky che sono un bel passo avanti rispetto a prodotti di solo un lustro fa. Mi sono cosi piaciuti che ho comprato il fratellone da 30 mm per il mio Schmidt Cassegrain da otto pollici.

Scriverò qualcosa a riguardo nelle prossime settimane.

 

Il preciso “Kappotto” si prepara a togliere l’oculare dal suo Dobson per passare alla visione..binoculare

BOX

Il Dobson di KAPPOTTO E IL VISORE
a cura di Vincenzo Valente


Il 1° marzo un gruppo di amici ed io, siamo andati sotto il cielo di Brinzio (VA) a testare la nuova torretta Horizon, con due coppie di oculari Tecnosky Ultra Flat Field da 24 mm e da 18 mm, sul Dobson di mia proprietà, del diametro di 42cm aperto a F/4,28. La torretta si usa senza aggiuntivi ottici come correttori o barlow.

Il back focus necessario all’utilizzo dell’Horizon è pari a circa due centimetri, dunque simile a quello degli oculari da 31,8mm. Il vantaggio principale di questa torretta è senza dubbio il fatto di poter essere utilizzata senza aumentare la focale del telescopio. Con gli oculari a 24 mm forniva 75x e una pupilla di uscita di 5,6mm! Per confronto, con gli stessi oculari la Baader MaxBright corredata di Glasspath per newton da 1,7x forniva 127x e una pupilla di uscita di 3,3 mm. La visione di M42 e del doppio ammasso del Perseo nella loro interezza con due occhi è stata impagabile.

Gli oggetti osservati sono stati i principali Messier di stagione: la coppia M81-82 nell’Orsa Maggiore, l’Eskimo, gli ammassi aperti in Auriga.

Sugli oggetti luminosi non si è avvertito un calo di luminosità rispetto all’osservazione con oculari singoli (nel caso un Explorer Scientific LER da 26 mm). Anche su galassie meno appariscenti come la NGC 2903, l’osservazione non ha evidenziato meno dettagli che all’oculare singolo. Addirittura gli ammassi aperti sembravano esplodere davanti agli occhi, dando una sensazione di totale immersione nel cielo, ben più che con gli oculari da 100°.

Per finire l’Horizon, quando montata su un Dobson, è un ottimo accessorio per l’osservatore abituale del cielo profondo. Unisce l’immediatezza della visione binoculare alla grande raccolta di luce dei grossi specchi. Per chi non si può permettere un binoscopio Dobson, per ragioni di soldi o di spazio, quest’accessorio può essere l’unica soluzione per osservare con due occhi il profondo cielo.

 

 

Utilizzo diurno

I lettori di Binomania sanno che sono abbastanza esigente per ciò che concerne la strumentazione ottica nell’osservazione terrestre. Da anni, infatti, osservo con un Kowa Highlander 32×82 con obiettivi in monocristallo di fluorite, con un Docter Aspectem ED 40×80 e con vari spotting scopes di alta qualità. Non lo scrivo per vanto, ma per anteporre la mia assuefazione a prodotti di alta qualità durante questo genere di osservazioni.
Per questa ragione ero molto curioso di testare a medio bassi-ingrandimenti il Takahashi FS128 con il visore Horizon, perché a 40-50X l’avevo sempre potuto sfruttare in visione monoculare.

In visione diretta è necessario utilizzare una piccola prolunga, almeno con il mio Takahashi FS128

Posso confermare – anche in questo caso- di aver ben apprezzato la sua resa. Con il mero sacrificio di dover usare un tubo di prolunga ha fornito, a circa 45X (con gli oculari Tecnosky 24 mm) delle immagini stupende, anche a brevissima distanza della natura e della fauna. Ho ancora incise nella mente, l’immagine di un pettirosso poggiato su una recinzione a circa dieci metri  di distanza. Mai vista un’immagine del genere, per ricchezza dei colori e brillantezza. Ovviamente parte di tale successo dipendeva dalle prestazioni del pregiato doppietto alla fluorite. Ritengo, in ogni caso, che  questa torretta potrebbe essere un accessorio utile anche per gli appassionati delle osservazioni terrestri che magari godono di una posizione panoramica e fanno uso di rifrattori apocromatici di medio diametro e di alta qualità.

Il Kit usato per osservare gli aerei a circa quaranta ingrandimenti: immagini nitide e contrastate. WOW

Montando poi,  sul Takahashi FS 128 degli oculari Vixen SSW da 14 mm ( 75X) l’immagine- paragonata, a quella di una Swarovski ATX 95, era migliore nel rifrattore, sia per ciò che concerne la brillantezza dei colori,  sia per i dettagli visibili e il contrasto fornito.

Oserei scrivere anche questa presupposizione: se montato su un rifrattore da quattro pollici dovrebbe fornire la luminosità di un buon binocolo ED da settanta millimetri, mentre ho dubbi riguardo la sua resa con rifrattori da 70 mm e 80 mm, giacché, in tale caso, potrebbe essere valido unicamente per le osservazioni diurne in presenza di una ottima illuminazione.

In sintesi

Ritengo la torretta binoculare Horizon di Tecnosky, un accessorio veramente indispensabile per i proprietari di rifrattori e grossi Newton che vogliono osservare il cielo a bassi ingrandimenti. Non ho potuto testarlo nell’osservazione di luna e dei pianeti, tuttavia, visto il suo schema  ottico complesso e le sue caratteristiche osservative, ritengo sia piu’ fruibile nelle osservazioni astronomiche e terrestri a bassi ingrandimenti.

Pregi

  • Prezzo di acquisto in base alle rifiniture
  • Possibilità di utilizzare oculari di poco superiore all’uscita dei prismi, senza particolari problema di vignettatura
  • Valigetta in dotazione

Difetti

  • Il Colore? Forse lo avrei preferito più’…serioso J ma devo ammettere che ben si presta all’accostamento con varie montature o telescopi attuali.

 

Ringraziamenti


Ringrazio Giuliano Monti, patron di Tecnosky per aver fornito non solo la torretta Horizon, ma anche gli oculari e un ottimo rifrattore acromatico da sei pollici.

E’ possibile acqusitare la torretta sul sito ufficiale di Tecnosky al costo di 379 euro (prezzo Aprile 2019)

Ti è piaciuto quest’articolo? 

Binomania consente a tutti gli appassionati di leggere gratuitamente decine e decine di recensioni di prodotti  ottico-sportivi, tuttavia, se apprezzi il nostro lavoro, potresti   sostenere Binomania offrendoci un cappuccino attraverso paypal. Ti ringraziamo anticipatamente!

Offrici un cappuccino! 

 

Disclaimer.
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Aprile dell’anno 2019-  Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente  Tecnosky 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.

Unboxing del binocolo Noblex Vector 8×42

Recensione del binocolo Noblex Vector 8×42

$
0
0

Docter è un nome molto noto tra gli appassionati di binocoli e ottiche da mira.
Chi fra voi partecipò all’IWA Outdoor Classic 2018, si ricorderà che tutti i prodotti Docter furono presentati con il nuovo brand “Noblex”.Ricordo ancora la mia sorpresa, quando ricevetti, ad esempio il mio esemplare di oculare astronomico, marchiato ancora Docter ma dentro una scatola “Noblex”.
Prima di parlare del nuovo binocolo Noblex, penso sia utile, fare una breve sintesi storica.

Alcuni di questi strumenti ottici, infatti, sono i diretti eredi della produzione Carl Zeiss Jena. Nel 1952, una parte della società si trasferì a Eisfeld nell’allora Germania dell’Est. In un primo tempo la nuova azienda si dedicò alla produzione di componenti di pre-assembalggio per gli stabilimenti Zeiss Jena.
Nel corso degli anni, però, divenne una delle migliori produttrici di prodotti ottici e industriali di precisione.
Una parte della società si era, inoltre, specializzata nella produzione di ottiche militari per la RDT (Repubblica Democratica Tedesca). Ricorderete, infatti, i mitici binocoli con prismi a tetto della serie NVA: il DF 7×40 e l’EDF 7×40.

Nel 1991 con la riunificazione tedesca l’impianto della Jenoptik Carl Zeiss Jena GMBH fu rilevato da Herr Bernhard Docter. La società si trasformò quindi in Docter Optic Eisfeld Gmbh continuando a proporre binocoli, cannocchiali da tiro e da osservazione, lenti d’ingrandimento e altro ancora.
Purtroppo dichiarò bancarotta nel novembre del 1995.
Parte della sua attività (circa quaranta dipendenti su cinquecentocinquanta) fu acquisita dall’Analytik Jena GmbH, con cui Docter era  in buoni rapporti collaborativi e commerciali.
La mossa si rilevò azzeccata, tanto che un anno dopo, i profitti erano aumentati moltissimo. Nel 2006 la nuova azienda festeggiò l’assunzione del centesimo dipendente.

Il nuovo binocolo Noblex 8×42 con la sua custodia in dotazione



Nel maggio del 2016, Docter Optics è stata rilevata dalla Noblex GmbH, che è una filiale dell’holding di Francoforte VF Capital GmbH che ha iniziato un processo di “re-branding” mantenendo alcuni prodotti di successo, bloccando la produzione di altri e proponendo nuovi strumenti ottici.

Quando mi arrivò in prova il Noblex 8×42 ED, pensai si trattasse della mera copia del Docter ED 8×42 cui era stato modificato il piccolo logo sullo scafo ottico.

In realtà, il nuovo “42 mm” proposto da Noblex è un binocolo completamente nuovo e dotato di un prezzo di vendita decisamente aggressivo pari a 269 euro (Adinolfi Iva inclusa)

Caratteristiche tecniche dichiarate dalla Casa Madre

Colore Nero
Ingrandimento 8 x
Diametro delle lenti 42 mm
Estrazione pupillare dichiarata 19.5 mm
campo di vista lineare 115 m at 1000 m
Fattore Crepuscolare 18.3
Minima distanza di messa a fuoco 2 metri
Peso 670 g
Prezzo (ADINOLFI, Aprile 2019) 269 EURO IVA INCLUSA

 

Il binocolo adotta un design “Open Bridge” anche definito “finestra centrale”, è dotato di due ponti per il collegamento con i due tubi ottici. Il ponte principale che io definisco “di comando”  è abbastanza ampio e include la rotella per la messa a fuoco con la compensazione diottrica integrata.

Scafo ottico a finestra centrale

Presumo che lo scafo ottico sia composto con policarbonato, è leggero, infatti, la mia bilancia ha stimato un peso pari a 659 grammi.
La livrea della gommatura che protegge lo scafo è nera, spicca soltanto il marchio “NOBLEX” sul tubo ottico di sinistra.

I paraluce di gomma sono ruotabili e non è possibile toglierli totalmente per consentire la pulizia della lente di campo degli oculari. Il loro diametro è pari a 23 mm, mentre l’estrazione pupillare che ho misurato è di 15 mm, forse anche qualcosa di più dato che scostando pochissimo il volto riesco a inquadrare anche tutto il campo di vista. La minima distanza interpupillare è pari a 59 mm. Da questa distanza gli oculari sono separati da circa 20 mm di spazio.

Un primo piano sul “logo del Gufo” amato da molti appassionati in tutto il mondo

La messa a fuoco è interna, la manopola di messa  a fuoco non eccelle in fluidità, ma non ci sono giochi o impuntamenti. L’esemplare che ho testato ha dimostrato di possedere un meccanismo di focalizzazione alquanto in linea con la concorrenza e anche con binocoli dal costo di poco superiore. Mette a fuoco da poco più di due metri e impiega solo un giro di manopola per raggiungere l’infinito. La rotazione avviene in senso anti-orario. Anche la corsa da sei, sette metri è molto rapida per raggiungere soggetti distanti. Questa è una buona performance, adatta anche ai birdwatchers.

Il binocolo è ovviamente impermeabilizzato e riempito in azoto.

 

Obiettivi

Noblex non dichiara che tipo di lenti utilizzi per il suo nuovo 8×42, posso solo confermare che il binocolo presenta una tonalità un po’ calda e una buona nitidezza al centro del campo.

Oculari

Com’era ovvio aspettarsi in tale fascia di prezzo, gli oculari non sono grandangolari: 115 m a 1000, quasi 6.5° di campo, che con la classica formula (Campo apparente= Campo reale x gli ingrandimenti) sono solo 52° di campo, ben al di sotto della definizione di “binocolo grandangolare”.

il binocolo è impermeabilizzato per consentire l’utilizzo sotto la pioggia

 

Trattamenti

Questo binocolo è ottimizzato con i trattamenti Docter che da anni sono un sinonimo di qualità. Comparando il contenimento dei riflessi a un TOP DI GAMMA, si nota un’inferiore qualità, ma non come la differenza di prezzo lascerebbe presagire. Tiene testa- senza molti problemi- anche a binocoli dal prezzo pari al doppio.

 

Aberrazioni

La trasmissione luminosa non è pari a quella di un Top di Gamma, ma si utilizza anche al crepuscolo senza particolari problemi

Aberrazione cromatica

Il Noblex 8×42 mostra un ottimo contenimento dell’aberrazione cromatica in asse. Ai bordi del campo si percepisce un po’ di cromatismo laterale (frange viola e verdi) che è abbastanza comune anche in binocoli molto più costosi. Anche nelle giornate nuvolose, osservando dei rami controluce si possono apprezzare delle immagini prive di aloni spuri, intorno alle sagome dei soggetti/oggetti più luminosi. Penso che potrebbe essere definito senza problemi un binocolo ED o come la moda attuale prevede: dotato di ottiche HD.

Curvatura di campo

Non è un binocolo con campo piatto. Le immagini degradano ai bordi da circa l’80% del campo. Di giorno si riesce a compensare abbastanza bene quest’aberrazione geometrica, mentre di notte le stelline ai bordi del campo, sono inficiate sia dalla curvatura sia dalla coma.

Distorsione
Quell’angolare è presente, a cuscinetto, da circa l’80% del campo di vista, circa il 5%.
Non ho notato distorsione d’ingrandimento.

Il Noblex Vector durante una uscita fra i boschi delle Prealpi lombarde

Utilizzo pratico

Dopo la sorpresa del prezzo d’acquisto, che espressi con un :”Wow, un binocolo con “gufetto”  a meno di trecento euro, mi sono dato un certo contegno e ho tentato di recensire il Noblex 8×42  in modo imparziale.
Di questo strumento ottico ho apprezzato non solo il prezzo di acquisto ma anche il design “Open Bridge” e la sua leggerezza. L’estrazione pupillare è buona, così come la nitidezza. Il contrasto in asse è soddisfacente rispetto al suo prezzo di acquisto. I colori sono caldi e vibranti. Alla fine dei conti le uniche caratteristiche che non ho particolarmente apprezzato sono il campo di vista non grandangolare e la messa a fuoco non molto fluida (che però potrebbe migliorare dopo qualche ora di utilizzo, grazie alla distribuzione del grasso sui componenti meccanici).
 Di solito in tale fascia di prezzo ci sono due opzioni: mantenere una buona correzione delle aberrazioni geometriche, utilizzando oculari con campo di vista inferiore ai 60°, oppure, osare, è produrre un binocolo con un campo superiore, ma che presenta quasi sempre  degli evidenti compromessi.
Il Noblex Vector 8×42, in questo caso, ha il pregio di essere un prodotto sobrio. I progettisti non hanno voluto strafare cercando di porsi al Top rispetto alla concorrenza, invece, hanno concepito un prodotto interessante, in una fascia di prezzo molto combattiva ma che attirerà senz’altro molti appassionati.
Da quelli desiderosi di possedere un binocolo “con il logo del GUFO”, a quelli che vorrebbero acquistare un prodotto valido, con un prezzo inferiore ai trecentocinquanta euro, che possa essere soddisfacente nella maggior parte dei settori di utilizzo: caccia, birdwatching, osservazione naturalistica generica.

Un buon acquisto per il cacciatore che vuole investire poco piu’ di 250 euro. Anche i birwatchers trarranno soddisfazione, grazie alla messa a fuoco con una corsa rapida

 Pregi

  • Prezzo di acquisto
  • Design Open Bridge
  • Nitidezza e contrasto al centro del campo migliori di molti prodotti in questa fascia di prezzo
  • Buon contenimento dell’aberrazione cromatica

 

Difetti

  • Campo di vista non grandangolare
  • Messa a fuoco poco fluida

Ben visibile il nuovo brand “NOBLEX”

In sintesi

Il Noblex Vector 8×42 si è dimostrato un buon binocolo nella sua fascia di prezzo, anzi, avrebbe potuto reggere anche un altro passo, nella scalata verso i TOP DI GAMMA. Ha molti pregi, ma anche qualche piccolo difetto, com’è normale aspettarsi nel campo dell’ottica dove vigono i compromessi. E’ adatto anche a un pubblico esigente che richiede un binocolo robusto e impermeabile e che pur non possedendo un campo di vista e una trasmissione luminosa paragonabile a un binocolo di fascia Alpha, si fa forte di un ottimo contenimento dell’aberrazione cromatica al centro del campo e di un contrasto pregevole.

Ringraziamenti

Ringrazio come il solito Michele Adinolfi di www.adinolfi.com, rivenditore ufficiale dei prodotti Noblex per l’Italia.

Ti è piaciuto quest’articolo? 

Binomania consente a tutti gli appassionati di leggere gratuitamente decine di recensioni di prodotti  ottico-sportivi, per questo motivo, se apprezzi il nostro lavoro, potresti  sostenerci Binomania offrendoci un cappuccino attraverso Paypal. In questo modo contribuirai anche tu a mantenere vivo il nostro progetto.
Ti ringraziamo anticipatamente!

Offrici un cappuccino! 

 

Disclaimer. 
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Aprile dell’anno 2019- Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di prendere contatto direttamente  con Adinolfi

 

 

Le montature per i binocoli. Una breve panoramica

$
0
0

Sino a pochi anni or sono i proprietari di binocoli di medio e largo diametro dovevano far fede nel loro ingegno per realizzare delle montature adatte a sostenere tali strumenti durante le osservazioni astronomiche.
Gli unici supporti disponibili in larga scala erano i comuni cavalletti fotografici; tale situazione comportava una scelta limitata poiché erano presenti sul mercato pochi prodotti e quelli validi erano, nella maggior parte dei casi, contraddistinti da un prezzo d’acquisto elevato. Per fortuna, attualmente, grazie alla riduzione dei prezzi, determinata dalla concorrenza del mercato cinese e dall’inventiva di alcune aziende del settore e di qualche bravo artigiano, è possibile usufruire di una discreta varietà di supporti proposti a prezzi tutto sommato equi.

Corrado Morelli e io, accanto a sei esemplari di Docter Aspectem, montati su la montatura più’ classica.

In quest’articolo tenterò’ di descrivere i vari sistemi di supporto disponibili nel panorama italiano ed estero anticipando ai lettori, che non sarà possibile, per onor di brevità, citare tutti i prodotti quindi, mi limiterò’ a presentare quelli che per esperienza mi sono parsi i più validi nell’utilizzo astronomico.


Di fatto, dovendo raggrupparli in poche categorie, li classificherò’ in cinque gruppi, pur consapevole che spesso, alcune delle soluzioni che descriverò’ sono in realtà composte da più combinazioni, prime fra tutte – per esemplificare – le montature a parallelogramma dotate di forcella altazimutale.

I supporti per binocoli più conosciuti sono quindi i seguenti:

1) Cavalletti fotografici composti da treppiede e varie tipologie di teste (a tre vie, altazimutali, sferiche)
2) Montature altazimutali per astronomia ( a testa, a forcella, a monobraccio)
3) Montature a parallelogramma
4) Sistemi a specchio
5) Sedie Motorizzate


1) Cavalletti e teste fotografiche

I cavalletti fotografici sono i supporti ideali per i binocoli superiori ai dieci ingrandimenti giacche’ forniscono delle immagini stabili scevre dalle vibrazioni causate dalla impugnatura a mano libera.
La scelta fra vari modelli, oltre alle ovvie limitazioni soggettive nel prezzo di acquisto dipende spesso da vari fattori.
La maggior parte degli astrofili, ad esempio, possiede uno sviscerato amore per la natura, senso artistico e la voglia di imprimere attraverso una fotografia ciò’ che osserva; da qui nasce talvolta l’esigenza di acquistare un cavalletto tutto-fare, da utilizzare sia per l’osservazione astronomica che per la fotografia (sia essa chimica o digitale)

SIRUI R4203-L

Un cavalletto in carbonio è un valido tuttofare, anche se estremamente costoso.

.
Gli astrofili amanti delle lunghe escursioni, invece, potrebbero prediligere l’acquisto di un leggero monopiede e’ comprensibile quindi che la scelta di un valido supporto in questo settore sia molto elevata, si passa dai semplici monopiedi sino ad arrivare ai leggerissimi ma costosi treppiedi in carbonio, per quanto riguarda le teste, io preferisco quelle video, molto fluide che concedono un buon utilizzo del panning (scorrimento destra a sinistra dello strumento)

Un classico monopiede


Per chi gradisse altre opzioni faccio presente che attualmente è possibile acquistare anche le cosiddette “teste a sfera” o le microteste altazimutali con regolazione attraverso micro-manopole

Per esperienza personale prediligo le prime, soprattutto se utilizzate insieme con un valido monopiede, nella foto qui di seguito   è facilmente comprensibile capire le loro doti di leggerezza ed immediatezza nell’utilizzo

Utilizzo con molto profitto le teste a sfera della SIRUI


Per collegare i binocoli a tali supporti è necessario acquistare, nel caso in cui lo strumento non possedesse una barra centrale filettata, un supporto a L, che si dovrà fissare nell’apposita filettatura presente in tutti i binocoli moderni e poi collegata alla piastra della testa fotografica. Anche in questo caso è possibile optare fra varie scelte, supporti in plastica, ed in materiale metallico, anche in questo caso, è meglio spendere una cifra superiore ai 15-20 euro acquistandone uno in materiale metallico, decisamente piu robusto di quelli economici in plastica.

Chi possiede un binocolo di una decina di anni fa, non potrà utilizzare tali supporti a L, giacche’ nella sede di snodo dei tubi ottici è spesso presente una filettatura dal diametro inferiore, in questo caso le soluzioni possibili sono due La stessa situazione avverrà con molti binocoli con prismi a tetto di recente costruzione
La prima opzione è quella di acquistare un supporto a pinza come quello visibile nella foto.


La seconda è di acquistare il noto supporto in legno fornito da Berlebach


La terza è quella di dedicarsi all’autocostruzione.

La soluzione artigianale dell’utente “plyscope” di CloudyNights

 

 

2) Montature altazimutali

Indubbiamente il sistema altazimutale è il piü immediato per l’osservazione visuale,
Le versioni che utilizzano tare soluzione sono molteplici, si inizia con le comuni teste per fotografia con e senza colonna centrale, sino alle complesse versioni a forcella
dalle varie versioni forcella (fork mount) o monobraccio.(Unistar Mount)

L’eccellente forcella artigianale ideata da Elio Biffi

 

Le ultime due soluzioni, sono davvero eccezionali quando utilizzate con binocoli dotati di prismi a 45 e 90 gradi sempre che siano agganciate a robusti treppiedi, possibilmente in legno, per garantire un maggior assorbimento delle vibrazioni.

Forcella Tecnosky ELLE

La forcella monobraccio Tecnosky ELLE


I problemi utilizzando tali raccordi, permangono, osservando in prossimità dello zenith, con binocoli con visione diretta, giacchè lo spostamento dello scafo ottico verso l’alto provocherebbe il contatto con la base della montatura.
Nel corso degli anni, chi scrive ha trovato un setup ideale, per sostenere i grossi binocoli, fra i 90 mm ed i 110 mm, mantenendo nel contempo, un discreto ingombro ed una velocità di montaggio invidiabile.


Da qualche anno sul mercato italiano sono disponibili una serie di cavalletti di produzione cinese che si basano sul disegno del notissimo e robustissimo Bogen 501, sono venduti in Italia, da vari importatori e quando associati ad una robusta forcella di alluminio di recente costruzione , sono in grado di accontentare gli astrofili più esigenti, che li potranno anche utilizzare con piccoli rifrattori nella osservazione astronomica a largo campo o in quella diurna.

(Questi supporti possono essere collegati sia alle teste fotografiche che a grossi treppiedi astronomici, in questo ultimo caso, però la forcella deve disporre di un sistema a cuscinetti a sfera con blocco che garantisca il movimento anche sull’asse orizzontale. 

La nota forcella Vixen che consente anche l’angolazione piu’ consona alle nostre esigenze.

Ovviamente questi tipi di supporti trovano riscontro unicamente fra i proprietari di binocoli dal medio e grande diametro, che non devono compiere dei trasferimenti a piedi verso il proprio luogo di osservazione preferito.

Ricordo inoltre ai lettori che una semplice operazione è possibile modificare la propria montatura equatoriale in altazimutale, corredandola di una piastra ad L, si potrà godere anche con il proprio binocolo, vedi ad esempio…

 

3) Montature a Parellogramma


Predilette da molti “binofili” per la comodità dell’osservazione e per la possibilità di lasciare l’oggetto inquadrato anche variando l’altezza , sistema ideale per le osservazioni collettive. Del resto grazie alla sua particolare struttura è possibile ottenere varie configurazioni di utilizzo sia stando comodamente seduti  sia in piedi e le immagini proposte da Orion per il suo esemplare sono ben esplicative 
Sul mercato, sono commercializzati vari tipi di montature parallelogramma i più famosi sono quelli proposti dall’azienda americana Oberwerk.com adatti a sostenere anche i binocoli di 120mm-150mm. La Orion, invece, propone una montatura valida per binocoli sino a 80mm di diametro.

La montatura Orion Monster venduto da Astroshop.it

Qui potete vedere un bel video esplicativo


Chi scrive ha optato per una soluzione artigianale, ideata anni fa da Gaddo Fiorini, un appassionato autocostruttore di Viareggio, tale soluzione presenta una struttura in alluminio, con un raccordo specifico per i treppiedi in dotazione alla Vixen Gp ed ai cloni cinesi, un peso con barra scorrevole, una filettatura per il fissaggio delle teste fotografiche o delle forcelle in alluminio ed un comodissimi sistema di chiusura, il costo non è molto elevato, esclusa ovviamente la testa. Grazie alla solidità del parallelogramma è possibile utilizzare varie teste fotografici per varie esigenze, riuscendo a sostenere in tutta tranquillità binocoli sino a 110 mm.

La montatura artigianale di Gaddo Fiorini

Dopo aver parlato dei lati positivi di tale supporto è doveroso parlare dei suoi difetti,
Quello che ho riscontrato spesso in più modelli è un effetto leva fastidioso che è più evidente quanto più lunga è la leva del parallelogramma e/o il treppiede utilizzato, tenetene conto se decideste di auto costruirne un esemplare.
Il secondo lato negativo è dato dal peso e dall’ingombro decisamente superiore a quello offerto da una comune cavalletto fotografico, dotato ad esempio di forcella in alluminio.
Faccio, inoltre, presente che le idee degli auto-costruttori sono spesso molto valide ed economiche, nella Rete sono spesso disponibili degli schemi gratuiti per costruire tali strutture.


4) Sistemi a specchio

Foto, cortesia: https://opticalmirror.com/

Per chi volesse osservare in tutta comodità sono disponibili i sistemi a specchio, che sfruttando la riflessione, consentono di rimanere comodamente seduto, puntando il binocolo verso il basso.
E’ ovvio che maggiore sarò la lavorazione dello specchio, migliori saranno le prestazioni, quindi chi volesse decidere di costruirne uno dovrà tenere conto tale fattore come essenziale per la buona riuscita del proprio progetto.

I lati negativi sono il ribaltamento dell’immagine che diventerà rovesciata come osservando attraverso il telescopio e la possibilità di ottenere una diminuzione delle prestazione per i riflessi che potrebbero raggiungere lo specchio, per questo è preferibile
Osservare in posti al riparo da lampioni, faretti et similia


5) Sedie motorizzate

E’ veniamo al non-plus-ultra della comodità, ossia le sedie per astronomia,
chi non ha mai sognato di osservare rimanendo comodamente sdraiato, utilizzano una pulsantiera per navigare fra le stelle, mentre, ed impegnando l’altra mano per sorseggiare una fresca bevanda?
Tutto ciò e’ possibile, anche se non siete degli eccellenti artigiani .

Come ad esempio questa bella soluzione dell’utente “EricP” di Cloudynights

Anni fa erano disponibili le stupende Starchairs 3000  inventati da Chris Floyd .

 

 

 

Foto di Gary Heath – del forum di CloudyNights

Ecco qualche video molto interessante:

Recensione del binocolo Steiner Wildlife 8×42

$
0
0

Lo scorso mese, grazie alla collaborazione di Angelo Pantano di MHZoutdoor.com ho avuto la possibilità di recensire lo Steiner Wildlife 8×42 che è proposto, in questo periodo, in offerta  a 519 euro euro . Come si è comportato sul campo?

 

Un bel primo piano sullo Steiner Wildlife 8×42

 

 

 

 

Dati tecnici dichiarati dalla Casa Madre

Formato 8×42
Pupilla di uscita 4.2 mm
Luminosità 27.56
Fattore crepuscolare 18.33
Campo visivo a 1000 m 125 m
Dimensioni 135 x 175 x60
Ottiche  High Definition
Waterproof sino  a tre metri
Garanzia 30 anni
Prezzo (Offerta MHZoutdoor) 519 Euro IVA INCLUSA
 
 
 

Sistema meccanico e di messa a fuoco

Questo binocolo è abbastanza compatto, la mia bilancia elettronica ha stimato un peso di 730 g che diventano 776 g quando si montano i tappi e la cinghia.

E’ lungo 146 mm, con i paraluce degli oculari non estratti, mentre ad una distanza inter-pupillare di 65 mm è  largo 120 mm.

Il binocolo- come tutti i prodotti Steiner – è robusto, dotato di una gommatura molto spessa che è ottimizzata con dei punti anti-scivolo nelle zone dove si fa presa con le dita. Il materiale che la compone è il noto “ NRB long life” che, come ribadito varie volte, è in grado di resistere all’aggressione dello sporco, della salsedine, dell’olio motore, degli acidi e di altro ancora.

La manopola di messa a fuoco e le valvole per l’inserimento dell’azoto

 Rispetto ad altri prodotti nella stessa fascia di prezzo, presenta delle soluzioni oltremodo interessanti, come ad esempio i paraluce a fetta di salame, inseriti negli oculari, un sistema di tappi che si può sganciare rapidamente, grazie al sistema clic-loc brevettato (identico a quello per le cinghie e le bretelle). Il binocolo è impermeabilizzato, garantito per una tenuta stagna sino a tre metri, usufruisce anche della tecnologia a due valvole, per l’inserimento dell’azoto, mentre l’intervallo di esercizio è compreso fra -20°e i + 80°. Insomma, un vero carro armato che per il prezzo a cui è proposto, farà felici molti appassionati di prodotti “rugged”.

Il sistema di messa a fuoco è interno ed è affidato a una manopola centrale. E’ fluido e non ci sono né giochi né impuntamenti. Per passare dalla minima distanza di messa a fuoco all’infinito occorre ruotare la manopola in senso anti-orario di circa ¾ di giro. Un eccellente risultato che lo inserisce di diritto anche nel settore dei binocoli da birdwatching.

Sopra il rotore è presente il sistema denominato “distance-control” che consente di apprendere in maniera abbastanza precisa, la distanza del soggetto focalizzato. In pratica un telemetro molto basilare ma funzionale che, in effetti, mi è stato d’aiuto almeno un paio di volte, durante le mie escursioni.

Le ottiche da 42 mm dello Steiner Wildlife

Ottiche

Le immagini forniti dallo Steiner Wildlife 8×42 sono nitide e contrastate, ottime nella sua fascia di prezzo. La tonalità dei colori non è neutra ma lievemente virata verso il “caldo”.

 

Oculari

Con un campo lineare di 135 m a 1000 m, pari a 7.8°, fornisce un ottimo campo apparente (con la formula classica) di poco superiore a 62° di campo, un valore già molto naturale per i nostri occhi e poco affaticante.
L’estrazione pupillare, che ho misurato, è di circa 14 mm, tuttavia anche con i paraluce totalmente estratti c’è ancora un po’ di margine per inquadrare totalmente il campo di vista fornito.

Gli oculari sono comodi e possiedono una estrazione pupillare discreta

 

Prismi

La pupilla di uscita del binocolo utilizzato si è rilevata circolare, rispetto a prodotti di maggior costo, mostra un po’ di caduta di luce ai bordi e una lieve luce diffusa (sempre al bordo) durante particolari condizioni di illuminazione. Questo risultato è abbastanza in linea rispetto ai modelli della concorrenza.

 

Aberrazioni

Cromatica

Anche durante una pessima giornata contraddistinta da cielo grigio e pioggia, osservando dei rami in controluce, al centro del campo l’aberrazione cromatica è ininfluente, se non invisibile. Si percepisce, tuttavia, già da circa il 30-40% del campo, come piccolo alone bluetto, intorno alle immagini più luminose.

Nelle normali condizioni d’illuminazione, l’immagine è ben corretta, con toni dei colori brillanti. E’ uno fra i migliori binocoli proposti nella fascia di prezzo di 500 euro (potendo usufruire dello sconto attuale).

Molto bella e funzionale la gommatura

Curvatura di campo

Nell’uso diurno la resa ai bordi è pregevole, il degrado ai margini è minimo con una buona percezione dei dettagli flebili. Esemplificando posso confermare che se s’inquadra un rapace su un traliccio situato a 150 metri di distanza e si porta l’immagine verso il bordo, sarà ancora possibile notare le pupille del pennuto.

Nell’uso astronomico, invece, il binocolo non fornisce un campo totalmente corretto. Le immagini stellari di I e II magnitudine iniziano a mostrare la coma e l’astigmatismo da circa l’80% del campo di vista.

E’ un binocolo molto devoto all’uso naturalistico.

Distorsione

Ho rilevato un po’ di distorsione angolare a cuscinetto, forse superiore al 5% da circa il 75% del campo di vista. Non ho notato distorsione d’ingrandimento. Il panning è decisamente piacevole.

 

Utilizzo pratico

Ho osservato con lo Steiner WIldlife 8×42 durante quasi tutto il mese di Aprile, le condizioni meteo sono state spesso avverse. L’ho portato con me, infatti, anche in presenza di pioggia e devo dire che non ha mai mostrato problemi.

Le giornate di pioggia non hanno fermato lo Steiner Wildlife

Al ritorno a casa, era sufficiente asciugarlo per renderlo pronto per una nuova avventura. Ho apprezzato particolarmente i dettagli di questo prodotto, dalla gommatura NBR LONGLIFE, al sistema di aggancio dei tappi. Del resto sono abbastanza fissato con le soluzioni intelligenti e rabbrividisco quando camminando nel bosco con un binocolo da 800- 1000 euro, devo fare attenzione per non perdere i tappi copri obiettivi.

Un altro fattore positivo è dato dalla brevità della messa a fuoco, una vera inezia per passare dai dieci metri all’infinito. Questa caratteristica mi è stata utile per seguire in volo le gesta di un picchio nero che volava di betulla in betulla per poi sparire, sovente verso l’orizzonte.

A livello ottico non c’è molto da recriminare, potrebbe essere definita ottica ED, non raggiunge, ovviamente, le prestazioni di un binocolo di alta gamma con ottiche apocromatiche. Il campo di vista è definibile come grandangolare

 

Pregi

  • Costruzione
  • Rapporto prezzo prestazioni
  • Campo di vista abbastanza corretto per quanto riguarda le aberrazioni geometriche
  • Impermeabilizzazione e temperatura d’esercizio ad alti livelli

Difetti

 Data la fascia di prezzo, onestamente non ne ho trovati.

Lo Steiner Wildlife è in grado di resistere a una immersione in acqua sino a 3 metri

In sintesi

Lo Steiner Wildlife 8×42 si è rilevato un prodotto ideale per molti utenti, in una fascia di prezzo di poco superiore a quella dei classici  entry-level. Mi pare un binocolo che ben si adatta all’attività venatoria, grazie all’ottima robustezza, seppur non abbia una trasmissione di luce identica a quelli dei TOP venduti dallo stesso Brand. Potrebbe essere interessante anche per il birdwatcher, grazie al campo di vista di poco inferiore agli otto gradi e alla velocissima messa a fuoco.

Ringraziamenti

Ringrazio Angelo Pantano per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test e per lasciarmi, come sempre, libero di citare le mie impressioni.

 

 Ti è piaciuto quest’articolo? 

Binomania consente a tutti gli appassionati di leggere gratuitamente decine e decine di recensioni di prodotti  ottico-sportivi, tuttavia, se apprezzi il mio lavoro, potresti  offrirmi un cappuccino attraverso paypal. Ti ringrazio anticipatamente!

Offrimi un cappuccino!

 

Disclaimer

Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Aprile  dell’anno 2019-  Si specifica che le mie impressioni d’uso sono date in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente Terranova SRL , rivenditore per l’Italia dei prodotti Steiner.

 

 

 

 

 

Recensione del binocolo Leupold Tioga BX-2 12×50 HD1

$
0
0

Binocolo Leupold Bx-2 Tioga HD 12×50

Un binocolo da dodici ingrandimenti possiede pregi e difetti, non è ovviamente maneggevole come un binocolo compatto, di contro è ancora ben gestibile a mano libera, consentendo nel frattempo di percepire dettagli simili a quelli osservabili in un cannocchiale che sviluppi almeno 15-18 ingrandimenti.

Oggetto di questa recensione è il binocolo Leupold BX-2 12×50 della serie Tioga e che è da poco uscito di produzione ma che è ancora possibile trovare a un prezzo pari a circa 350 euro.

Un bel primo piano sul Leupold Bx-2 12×50

Dati tecnici dichiarati dalla Casa Madre

Serie BX-2 12×50
Prismi Schmidt Pechan
Estrazione pupillare 15.5 mm
Campo di vista a 1000 m 87 m
Distanza minima di messa a fuoco 3.8 m
Trattamento Fully Multi Coated
Impermeabilizzazione Si
Regolazione distanza inter-pupillare 56-76 mm
Peso 810 g
Garanzia a vita

 

Meccanica e sistema di messa a fuoco

Il BX-2 12×50 è fornito con un’ottima borsa in cordura, una cinghia in neoprene, i tappi per coprire gli obiettivi e gli oculari e l’immancabile panno per la pulizia delle ottiche. E’ disponibile in una classica livrea grigia e in un’aggressiva colorazione mimetica denominato  Mossy Oak  Mountain Country. Il binocolo è riempito in azoto e impermeabilizzato. Come tutti i prodotti Leupold, è garantito a vita.

Il suo chassis è composto da una cerniera centrale con un ponte unico e molto ampio, su cui sorge in bella vista l’ampia manopola per la regolazione della messa a fuoco. La bilancia elettronica che utilizzo ha stimato un peso (senza tappi) pari a 930 g.  Le sue dimensioni alla mia distanza inter -pupillare sono: 120 mm di larghezza (lato oculari), 130 mm (lato obiettivi)  180 mm di lunghezza e   58 mm di spessore.

Il Leupold BX-2 Tioga HD 12×50 è protetto da una spessa gommatura grigia che è ottimizzata – nella parte esterna dei tubi ottici- con un sistema anti-scivolo che migliora la presa, anche con le mani sudate.

Molto robusta mi è parsa la protezione che riveste lo scafo del Leupold BX-2 12×50

Gli obiettivi sono al riparo grazie a dei tappi dotati di ring-stop, mentre per gli oculari è stato usato un unico componente  che si può fissare alla tracolla di neoprene.

Pur essendo un binocolo dal costo non eccessivo  è stato concepito per fornire una qualità non molto distante dalle serie più prestigiose della casa.

Di fatto, non ho notato evidenti problemi di assemblaggio e men che meno particelle di sporco nel treno ottico, graffi o scollimazione. Il binocolo è ben concepito e sviluppato. Può essere adatto, come secondo strumento, anche a un pubblico esigente che richiede un “12x” senza dover necessariamente investire cifre folli.

La manopola di messa a fuoco è ben dimensionata, il ponte unico, molto ampio

Il sistema di messa a fuoco (interno) è governato dalla già citata manopola di policarbonato che ha esibito una discreta fluidità e soprattutto nessuna presenza di blocchi. Essendo un binocolo con un ingrandimento discreto non può fornire una brevità di corsa molta elevata. Di fatto, per passare dalla distanza minima di messa a fuoco che è pari a circa due metri e mezzo, sino all’infinito occorre ruotare la manopola in senso- antiorario di quasi due giri e mezzo.. Migliore ovviamente la sua prestazione a partire dai sei metri, dove è sufficiente meno di mezzo giro di manopola per arrivare ad avvistare rapaci in alta quota.

Lo snap test è stato discreto, con un punto di fuoco, abbastanza preciso, non ovviamente come i Top di casa Leupold.

La compensazione diottrica è affidata a una spartana, ma abbastanza funzionale ghiera che si deve spostare con una certa forza, evitando, così, spostamenti accidentali.

 

Ottica

Le ottiche a corredo sono definite HD, non possono ovviamente offrire le prestazioni dei TOP DI GAMMA di casa Leupold, tuttavia devo ammettere di essere rimasto abbastanza stupito dalla resa di questo binocolo che, a tutti gli effetti, è un Entry Level.

Al centro del campo la nitidezza è più che buona, giacché, nella mia carriera di appassionato di binocoli, ho usato dei 10x economici, certamente meno nitidi. Anche il contrasto è più che sufficiente.

I grandi obiettivi da 50 mm di diametro

Ovviamente quando si cerca “Il dettaglio” a lunga distanza, l’ottica se paragonata a un blasonato 12×50 da 2000 euro è un po’ morbida, ma non per questo insufficiente. Il lavoro di monitoraggio o selezione si esegue senza problemi, anche se con prestazioni un po’ differenti.

La resa dei colori è lievemente calda.

 

 

Oculari

Gli oculari del Leupold BX-2 Tioga HD 12×50 offrono un campo lineare pari a 79 m, ossia, 4.5° gradi di campo, che sono – con la formula classica 54.5° di campo. Leupold dichiara ottimisticamente 5°- Per fugare ogni dubbio ho utilizzato un software astronomico, ove potevo verificare la distanza angolare fra stelle per verificare quale fosse la prestazione reale.

Navigano nella costellazione del Leone ho trovato due stelle…. Ergo il binocolo inquadra circa 4-5° di campo.

Gli oculari possiedono dei paraluce estraibili a rotazione che non si possono smontare per facilitare la pulizia della lente di campo (caratteristica abbastanza comune in tali fasce di prezzo). La parte a contatto con il viso è composta di gomma poco spessa ma morbida. Quando i paraluce sono totalmente estratti, le persone con una scarsa distanza inter – pupillare potrebbero essere non molto comode, poiché la distanza fra i due oculari è pari a 16 mm.

L’estrazione pupillare che ho calcolato è di 13 mm.

 

Pupilla di uscita

A dispetto del prezzo di acquisto la pupilla di uscita si è rilevata abbastanza circolare. C’è solo un po’ di caduta di luce ai bordi del campo e si nota un po’ di luce diffusa ai bordi in alcune condizioni di illuminazione.

 

Trattamenti.

L’azienda dichiara che il binocolo utilizza un trattamento anti-riflesso “fully multi-coated”. E’ ovviamente presente il trattamento dielettrico sui prismi che migliora la trasmissione della luce, aumentando nel frattempo il contrasto e la nitidezza (ovviamente in proporzione alle componenti utilizzate)

 

Aberrazioni

Cromatica

Il binocolo non mostra accenno di spettro secondario blu, di contro si percepisce a tratti un lieve alone rosso-verde intorno ai bordi delle immagini più luminose.  Senza entrare troppo nello specifico questo risultato si evidenzia quando il progettista vuole eliminare parte o tutto lo spettro blu cui è più sensibile l’occhio umano.

Nelle giornate terse, la percezione dell’aberrazione cromatica è veramente minima, per tale motivo si può fregiare del termine HD, ovviamente riferito a prodotti entry-level.

 

 

Cromatica Laterale
Presente, già poco dopo il centro del campo, anche se come ribadito non molto invasiva. Si nota, più che altro su soggetti in controluce e raramente osservando il fogliame. Esemplificando posso confermare che puntando una gazza a cinquanta metri di distanza con il sole che la illumina lateralmente, al centro del campo sarà in sostanza impossibile evidenziare traccia di residuo cromatico che inizierà a palesarsi poco dopo il centro del campo, come un lievissimo alone rosso-verde intorno al becco del volatile.
A volte ho anche paura a essere così minuzioso descrivendo binocolo con un prezzo molto conveniente, ma mi pare doveroso illustrare al meglio le mie sensazioni.

L’aberrazione cromatica si è rilevata abbastanza contenuta

Curvatura di Campo

Minima, direi, quasi impercettibile, anche grazie al campo di vista non grandangolare.

 

Distorsione

Non ho notato distorsione d’ingrandimento, mentre ho percepito l’angolare da circa l’80% dal centro del campo.

 

Altre aberrazioni.

Si sa, osservando i campI stellari, la maggior parte delle ottiche – anche quelle astronomiche- mostrano qualche problema.

Il Leupold BX-2 Tioga HD 12×50 ha esibito stelle puntiformi sino a circa il 75% del campo di vista.

Dopo di che si nota un po’ di coma e astigmatismo. Non è ovviamente un binocolo espressamente  concepito per tale genere di osservazioni.

 

Il Leupold Tioga BX-2 12×50 durante una prova sul campo

 

Utilizzo sul campo

Il Bx-2 Tioga 12×50 HD è un binocolo fornito a un prezzo conveniente che possiede delle caratteristiche che potrebbero interessare a molti utenti. E’ robusto e con una solida protezione di gomma, il contenimento delle aberrazioni cromatiche è pregevole per fascia di comparazione e ingrandimenti forniti.   Ho apprezzato le rifiniture e alcune soluzioni come il solido ponte centrale che potrebbero fare la differenza rispetto ad altri prodotti nella medesima fascia di prezzo.

Il “ 12X “ è un prodotto un po’ specialistico, una via di mezzo fra il classico 10×50 e il 15×56 che si gestisce sempre e soltanto su un treppiede. Può essere interessante in alcuni settori osservativi, dove è necessario osservare dei dettagli a lunga distanza ma non si può necessariamente acquistare o trasportare uno spottingscope compatto o un binocolo da diametro e ingrandimenti superiori.

Lo vedo più come un prodotto da affiancare al classico 8×42 che come a un binocolo tuttofare.

 

Pregi e Difetti
Fra i pregi cito:

  • La costruzione e la finitura dei particolari
  • Possibilità di scegliere fra due colori
  • Buona resa ottica globale delle ottiche da 50 mm qui definite “HD”
  • Garanzia trentennale
  • Ottimo post-vendita garantito in Italia da Paganini, che è noto per l’assistenza verso la clientela

 

Difetti

  • Campo apparente non grandangolare
  •  Un po’ di luce diffusa ai bordi che migliora con una corretta regolazione dei paraluce degli oculari. 

 

In sintesi

Avete un 8×42 ma vorreste osservare a dodici ingrandimenti senza spendere due stipendi? Volete divertirvi a osservare con maggior potenza i rapaci o gli aerei? Non potete comprare un costoso 15×56? IL BX-2 12×50 potrebbe essere lo strumento che fa per voi.

 

Ringraziamenti

Ringrazio come sempre Andrea Ambrosio della Paganini SRL  che mi ha consentito di testare ben due esemplari di questo prodotto.

 

Binomania consente a tutti gli appassionati di leggere gratuitamente decine e decine di recensioni di prodotti  ottico-sportivi, per questo motivo, se apprezzi il nostro lavoro, potresti  sostenere Binomania offrendoci un cappuccino attraverso paypal. Ti ringraziamo anticipatamente!

Offrici un cappuccino! 

 

Disclaimer.
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Maggio dell’anno 2019.  Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente il distributore italiano Paganini SRL

 

Recensione del binocolo IBIS HD 82 angolato, by Tecnosky

$
0
0

Recensione del binocolo angolato IBIS HD 82

Una volta ancora, ho avuto la possibilità di osservare con un nuovo binocolo angolato di pregiata fattura. Si tratta dell’IBIS 82 HD, venduto dalla ditta Tecnosky di Fellizzano.

Un bel primo piano sul nuovo binocolo IBIS 82 HD

Dati tecnici dichiarati dalla Casa Madre

Diametro delle lenti 82 mm
Lunghezza focale  470 mm
Oculari intercambiabili
Peso 4,5 kg
Lunghezza  44 cm
Larghezza  19 mm
Vetri  HD (acromatici ad alta rifrazione)
Prezzo (Maggio 2019) Tecnosky 1290 EURO
Offerta  1190 EURO
   

Meccanica, costruzione e sistema di messa a fuoco

Il binocolo è composto da uno scafo ottico in magnesio molto robusto e dotato di pregevoli rifiniture tanto da essere comparabile con prodotti di maggior costo, come ad esempio il Kowa Highlander Prominar. Ho molto apprezzato la verniciatura a buccia di arancia (più resistente ai graffi) di colore verde che ben si presta a un utilizzo polivalente.
Il sistema di messa a fuoco è singolo su ogni oculare. Le parti meccaniche, consentono  l’inserimento degli oculari con barilotto da 31.8mm di diametro. La sede che li può contenere è composta da un sistema di chiusura a collare, spesso circa 9 mm e dal sistema di focalizzazione ( spesso 22 mm) che consente di utilizzare la maggior parte degli oculari per uso astronomico.

La sede porta-oculari dotato di sistema di blocco a collare e sistema a rotazione per la messa a fuoco singola su ogni oculare

 

Scordatevi ovviamente che possa raggiungere una distanza di messa a fuoco minima, come ad esempio quella ottenibile con gli spotting scopes di pari diametro o che riesca in un lampo a raggiungere la focalizzazione all’infinito. E’ un binocolo espressamente progettato per le osservazioni astronomiche e per quelle diurne a lunga distanza, anche se qualche prova, l’ho compiuta ugualmente per accontentare i più esigenti.

Facendo uso di oculari da 25 mm di diametro, mette a fuoco a circa dodici metri (almeno l’esemplare oggetto di questo test) A questa distanza, è necessario ruotare di oltre quattro giri le manopole per raggiungere l’infinito.
 Il sistema di chiusura degli oculari si è rilevato sicuro, migliore di quello provato sui primi esemplari di prodotti simili, marchiati con un altro brand e con gli obiettivi da 100 mm di diametro.
 Le sue dimensioni sono abbastanza compatte, per essere un prodotto in grado di consentire delle soddisfacenti osservazioni del cielo profondo. Pesa circa quattro chilogrammi e mezzo, mentre non supera i cinquanta centimetri  di lunghezza.

La distanza inter-pupillare minima che ho misurato è di 56 mm, in questa circostanza la distanza fra gli obiettivi è di 9 mm. La massima, invece, si attesta sugli 81 mm.

Mi sono parse molto utili anche i paraluce estraibili degli obiettivi, la comoda manopola integrata e la robusta piastra per l’aggancio alle teste fotografiche o alle forcelle.

 In sintesi, ritengo sia  un prodotto ben concepito, con finiture accurate e una costruzione sopraffina, adatto anche agli appassionati  più esigenti.

Ottica

Obiettivi

Gli ottimi obiettivi acromatici definiti “HD”

 

Ero molto incuriosito dalle ottiche definite HD, anche perché avevo già avuto il piacere di apprezzarle sull’IBIS 100. Trattasi di nuove lenti acromatiche ad alto contrasto che seppur esibiscano un “filo” di aberrazione cromatica, consentono, come vedremo, di osservare i panorami terresti o la superficie lunare con una nitidezza e un contrasto pregevoli.

Comparato al classico, performante ma costoso, Kowa Highlander alla fluorite ho notato che l’Ibis 82 HD fornisce delle immagini leggermente più calde e ovviamente un contrasto inferiore (anche se di poco) Sarei molto curioso di fare una precisa comparativa con l’Alpha giapponese e un ipotetico IBIS 82 APO.

Oculari

Gli oculari non sono fissi, per questo motivo è possibile utilizzare il binocolo con vari accessori. Io mi sono avvalso di tre coppie di oculari della serie Ultra Flat Field di Tecnosky (24 mm, 18 mm e 15 mm, che forniscono 65° di campo apparenti), più due coppie di vetusti Vixen LV al lantanio (da 4 mm e 6 mm) per le osservazioni della superficie lunare.

Analizzerò quindi le aberrazione cromatiche e geometriche che ho evinto con gli oculari forniti di serie  e che forniscono 26 ingrandimenti.

Pupilla di uscita

E’ stata in media sempre perfettamente circolare, senza evidenti o apprezzabili cadute di luce ai bordi. Questo è sinonimo di prismi ben dimensionati e di una perfetta progettazione dello scafo ottico.

Osservando la pupilla di uscita, inoltre, si nota pochissima dispersione di luce ai bordi del cerchio di luce emesso nella lente di campo.

 

Trattamenti

Il trattamento anti-riflesso di questo binocolo si è dimostrato molto valido, simile a quello degli attuali prodotti Made in China di alta qualità.

 

Aberrazioni

Come anticipato le ho analizzate avvalendomi forniti nel prezzo di acquisto, anche se, in taluni casi, osservando con oculari pregiati e molto costosi, (ad esempio i Vixen SSW, i Pentax XW e i Docter UWA) ho notato un miglioramento nel contenimento di quelle geometriche.

Aberrazione cromatica

Ah, beh, hanno fatto un gran bel lavoro!
 Seppur non abbia potuto compararlo alla versione da 100 mm, nell’uso diurno mi è parso (andando a memoria) che tale contenimento sia migliore.

L’aberrazione cromatica in asse (al centro del campo) è veramente minima, a tratti invisibile o ininfluente. Ho comparato l’IBIS 82 HD spesso e volentieri con il mio esemplare di Fujinon 16×70 che rappresenta- secondo me- il meglio dell’ottica acromatica Made in Japan e devo dire che binocolo angolato, a 19X, ha fornito delle prestazioni molto, molto simili, seppur fosse avvantaggiato nell’utilizzo di vari oculari. Ergo: promosso a pieni voti nel settore dei binocoli acromatici in tale fascia di prezzo.


Cromatismo laterale

Con gli oculari di serie, si percepisce, più che altro un po’ di cromatismo laterale, visibile dal 70% dal centro del campo di vista (un lievissimo alone blu e verde) percepibile più che altro su soggetti in controluce. Raramente si nota, ad esempio, facendo panning su ampie zone boschive.

Curvatura di campo

Gli oculari di serie, che già avevo apprezzato in tante altre situazioni, sono un netto miglioramento rispetto a quelli forniti, qualche anno fa, da tutti i distributori di binocoli angolati per uso astronomico. La correzione della curvatura di campo è ottima, sia nell’osservazione terrestre sia in quella astronomica, dove le stelle di II e III magnitudine sono quasi perfettamente puntiformi sino agli estremi bordi del campo.
 Per esemplificare posso confermare che, analizzando i Vixen SSW e il cerchio d’immagine atto a fornire i 65° (ricordo che gli oculari giapponesi ne offrono ben 83°) il contenimento delle aberrazioni geometriche è identico a quello percepito osservando con gli Ultra Flat Field.
Di fatto, dai 65° sino agli 83° di campo i Vixen, iniziano a mostrare qualche accenno della coma e dell’astigmatismo.

Treppiede Berlebach Report e testa video Manfrotto MVH502AH

Distorsione

Quella angolare a cuscinetto è minima, ininfluente, ho notato a tratti in base alle focali utilizzate un po’ di distorsione di ingrandimento che era percepibile ai bordi con un lievissimo aumento delle dimensioni delle sfere segnalatrici dei tralicci della luce e del pianeta Marte, ormai prossimo a scomparire nella tenue foschia dell’orizzonte al crepuscolo.

Altre aberrazioni

La coma e l’astigmatismo migliorano all’aumentare del prezzo e della qualità dello schema ottico degli oculari utilizzati. In ogni modo ritengo che visto il prezzo accessibile di questo binocolo, di poco superiore ai mille euro, sia più utile utilizzare gli oculari Ultra Flat Field proposti da Tecnosky che forniscono un ottimo rapporto prezzo-prestazioni e consentono (male non fa) di risparmiare qualche centinaio di euro che potrebbe essere utilizzati per acquistare un’ottima montatura.

Osservazione del sole in luca bianca con un filtro solare: i dettagli delle macchie solari erano facilmente visibile e il contrasto e la nitidezza della superficie solare simile a quella di un buono strumento a rifrazione dal diametro di poco superiore.

Impressioni sul campo

Non ho avuto molto tempo per testarlo nell’uso astronomico, le condizioni meteo delle ultime settimane sono state un po’ avverse, tuttavia mi sono divertito a osservare gli ungulati, i rapaci e gli aerei durante il giorno. Ho osservato la luna e il cielo profondo in un paio di serate in cui l’omerico Zeus “il radunatore di nuvole” era impegnato in altre attività.

Ritengo, tuttavia, che le sue prestazioni siano così indiscutibili da consentirmi di scrivere un giudizio che raramente potrei modificare.

Nell’uso terrestre l’ho apprezzato per vari fattori: è abbastanza compatto, possiede una colorazione dello scafo ottico che si mimetizza molto bene in mezzo alla Natura e fornisce un contenimento dell’aberrazione cromatica molto efficace, anche se non è fornito di ottiche a bassa dispersione.

Osservando i rapaci in controluce, ovviamente, si potrà percepire un lievissimo alone spurio intorno alla sagoma dei volatili.

Il Fujinon 16×70 in primo piano. Sono binocoli differenti ma è stato interessante fare questo confrontoLe immagini sono nitide e contrastate, lo snaptest si è rilevato ottimo, cosi come la collimazione, efficace anche oltre i cento ingrandimenti.

 

Nell’uso astronomico ho utilizzato gli oculari appena citati, ho scandagliato il cielo a 19X sino  a spingermi a quasi 120X grazie a dei vecchi oculari Vixen LV al lantanio che non ho mai venduto per il loro piccolo diametro dello scafo che è molto comodo per questo genere di osservazioni.

Il bordo lunare è lievemente giallognolo con un sottilissimo alone blu, quasi invisibile, effettivamente si potrebbe anche definire un binocolo ED; giacché è più simile a un binocolo a bassa dispersione che a un semplice acromatico.

A 117 X la rima Petavius era nitida, incisa e ben evidente. Questo binocolo mi ha mostrato con estrema facilità i dettagli lunari che potevo percepire a 150 X con un pregevole esemplare di rifrattore acromatico TAL 100 RS.

Nell’osservazione degli oggetti del cielo profondo ho apprezzato il contenimento delle aberrazioni geometriche degli oculari forniti di serie (una differenza abissale, ad esempio, rispetto ai vecchio oculari a corredo dei classici 20-40X100 , 23-40×100 di anni fa.)

La trasmissione luminosa mi è parsa eccellente (grazie anche allo schema ottico relativamente semplice) e la possibilità di cambiare gli oculari in base agli oggetti osservati, mi ha consentito di ammirare con soddisfazione vari oggetti celesti.  Incantevoli, ad esempio, alcune galassie nel Leone e nella Vergine, percepite durante alcuni breve schiarite dopo i temporali primaverili delle ultime settimane.

E’ inutile confermare che il treppiede Berlebach Report insieme alla testa video Manfrotto 502 HD siano perfette per un  binocolo del genere, che visto l’ingombro e il peso, potrebbe anche essere sostenuto da treppiedi più leggeri e trasportabili.

Pregi e Difetti

Pregi

  • Qualità costruttiva
  • Buona correzione dell’aberrazione cromatica
  • Nitidezza e contrasto
  • Qualità globale degli oculari forniti di serie
  • Prezzo di acquisto
  • Possibilità di utilizzare gli oculari astronomici
  •  

 

Difetti

  • Mi è parso un validissimo prodotto per le osservazioni terrestri e astronomiche a medio bassi ingrandimenti

In sintesi

Il binocolo IBIS 82 HD a 45° venduto da Tecnosky si è rilevato un ottimo prodotto. Non possiede un’ottica performante come i più’ costosi strumenti apocromatici, ma fornisce delle ottime immagini, con un alta nitidezza e un eccellente contenimento dell’aberrazione cromatica. Potrebbe essere un acquisto perfetto per le osservazioni naturalistiche e astronomiche a medio-bassi ingrandimenti.

 

Ringraziamenti

Ringrazio come sempre il patron di Tecnosky, Giuliano Monti, che ha fornito il binocolo oggetto di questo test.

 

Ti è piaciuto quest’articolo? 

Binomania consente a tutti gli appassionati di leggere gratuitamente decine e decine di recensioni di prodotti  ottico-sportivi, tuttavia, se apprezzi il mio lavoro, potresti   sostenere Binomania offrendo un cappuccino attraverso paypal. Ti ringraziamo anticipatamente!

Offrimi un cappuccino! 

 

 

Disclaimer. 
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Maggio dell’anno 2019-  Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente Tecnosky 

 

 


Breve gallery della Fiera dell’astronomia 11 maggio 2019 – Volandia

$
0
0

Pubblico molto volentieri – scusandomi per la scarsa qualità della immagini- una breve gallery della fiera astronomica tenutasi in quel di Somma Lombardo (VA).

Ringrazio tutti gli amici che ho incontrato per la piacevole chiacchierata e i vari binofili che si sono fatti riconoscere fra la folla di astrofili italiani.

Un abbraccio a tutti voi.

[See image gallery at www.binomania.it]

Unboxing della nuova termocamera Leupold LTO-Tracker 2

Unboxing del binocolo Oberwerk 20×65 ED

$
0
0
A breve sarà disponibile una recensione su Binomania.

Artesky è diventato ShopinShop Swarovski Optik Natura in Lombardia

$
0
0

La ditta Artesky di Giussano,  mi ha inviato un comunicato riguardante l’apertura dell’unico  ShopInShop Swarovski Optik Natura in Lombardia, il secondo in Italia.

All’interno del negozio di Artesky, sarà quindi possibile acquistare e provare non solo prodotti astronomici ma anche tutta la gamma di binocoli, spotting scopes e accessori della linea Swarovski Optik.

Oltre a ciò’ sono diventati rivenditori di un altro noto marchio nel settore delle ottiche sportive: Kahles

Per ulteriori informazioni potete visitare il sito ufficiale  https://www.telescopi-artesky.it/

 

I binocoli che mi sono rimasti nel cuore…

$
0
0

Nel corso degli ultimi quindici anni ho provato un discreto numero di binocoli, fra le pagine di Binomania sono presenti, infatti, centinaia di recensioni imparziali o almeno spero che lo siano.

In realtà anch’io sono un appassionato come tutti voi, per questo motivo, m’innamoro spesso di uno strumento che magari – analizzandolo oggettivamente – presenta delle prestazioni inferiori alla concorrenza.

Si sa: l’amore è cieco, e nel corso degli anni, anche il sottoscritto è stato sedotto da qualche binocolo.

Una delle mie passioni: il Docter Aspectem 80-500 ED

Colgo quindi l’occasione per rispondere a una delle domande che ricevo spesso nella casella postale di Binomania: quali sono i binocoli che ti sono rimasti nel cuore?

Vi proporrò, quindi, le mie impressioni dividendole per diametro.

Binocoli compatti
Tra i vari, soltanto uno mi è rimasto particolarmente nel cuore: lo Swarovski Pocket 8×25. Penso sia il “compatto- non compatto”, giacché offre delle caratteristiche da strumento ottico di medio diametro.

Sulla sinistra: Swarovski Pocket CL 8×25

Fornisce un ottimo campo di vista, ben corretto, il confort degli oculari è notevole e si brandeggia notevolmente bene. Seppur non sia nitido come lo Zeiss e non possieda il micro – contrasto del Kowa Genesis 8×21, rimane ancora adesso il mio prediletto.

Binocolo da 30 mm

In questa categoria ne ho provati veramente tanti ma il Leica Ultravid 8×32 HD, nel settore dei TOP DI GAMMA, mi ha lasciato un forte segno nel cuore: nitidissimo, colore brillanti, ottima meccanica e buona compattezza.

Il rasoio: Leica Ultravid 8×32 HD

 

In realtà c’è anche un altro binocolo che ho amato particolarmente, seppur non possieda le performance dei prodotti- della stessa casa- di maggior qualità e diametro: il  Canon 10×30 IS. E’ relativamente economico, dotato di una buona stabilizzazione, propone un ottimo campo apparente e i suoi oculari asferici concedono di osservare stelle puntiformi anche ai bordi del campo.. E’ il classico binocolo da portare ovunque e farà sempre divertire, sia di giorno, sia nelle osservazione astronomiche.

Il Canon 10×30 IS


Tuttavia lo devo confessare: sono follemente innamorato del Nikon 8×30 E II. Adoro il suo campo di vista, è il binocolo che utilizzo quasi quotidianamente, soprattutto in primavera e in estate quando si formano con maggiore facilità le nubi cumuliformi portatrici di forti temporali. Mi perdo letteralmente tra di esse, grazie agli 8.8° di campo e ogni volta mi stupisco della sua resa, se confrontata con binocoli con prismi a tetto di alta qualità e dal prezzo esorbitante. Dio benedica l’8×30 E II,  e speriamo che Nikon non lo tolga dal suo catalogo sempre in fermento.

Il mitico Nikon 8×30 E II

Binocoli da 40 mm

In questo caso la lista è piu’ ampia. In primis, data la mia passione per il birdwatching, ritengo che lo Zeiss Victor SF 8×42 rappresenti lo strumento adatto al mio modo di osservare: ha un grandissimo campo di vista, con un’ottima correzione delle aberrazioni geometriche e cromatiche. E’ leggero, ben bilanciato, con una tonalità delicatamente calda. La scorsa settimana mi trovavo sull’altana a due piani dell’Oasi Lipu Palude Brabbia di Varese e il tempo è scorso rapido, tanto ero affascinata dalle gesta delle poiane che si destreggiavano nel volo a festoni. E’ un binocolo da saggiare per un po’ di tempo prima di poterne veramente apprezzare le qualità: non possiede il contrasto e la nitidezza dello Swarovski EL ma è ben bilanciato, con un grande campo di vista, con un ottimo contenimento dell’aberrazione cromatica e con pochissima luce diffusa nei pressi della pupilla di uscita. Provare per credere.

Ora citerò un binocolo “ormai vecchio” ma che per alcune sue caratteristiche fa ancora impallidire molti Top di Gamma: Kowa Genesis da 44 mm, mi piacciono sia la versione 8.5x sia la 10.5X.

Lo so.. è pesante, gli oculari non sono comodissimi e non ha un campo di vista totalmente piatto, ma , ragazzi, al centro del campo è il migliore binocolo per quanto riguardo il contenimento dell’aberrazione cromatica! E’ ancora imbattuto. Lo uso spesso in concerto con lo Zeiss Victory SF e lo Swarovski EL 8.5×42, ma entrambi i binocoli europei si sognano la sua capacità di gestire il cromatismo residuo in asse.  Possiede, inoltre, un eccellente micro – contrasto.  E’ veramente un ottimo prodotto, in cui sarebbe utile osservare almeno una volta nella vita.

Non oso immaginare cosa stia preparando Kowa..

Anche un altro binocolo da 40 mm mi ha fatto innamorare, non tanto per la sua qualità ottica ma per il suo concept e per la sua estrema robustezza. Sono solito citare che qualora ci fosse una guerra e fossi costretto a scegliere un binocolo da portare con me..non avrei alcun dubbio:  Docter (Noblex) BGA 7×40, un vero carro armato! Spartano, di buona qualità ottica, anche se non paragonabile ai Top europei. E’ in pratica indistruttibile. State sicuri che se lo acquisterete lo lascerete intatto anche i vostri pronipoti.

Docter BGA 7×40…l’estremo

E che dire dello Zeiss Victory  FL 7×42 Lotutec che battezzai:  il Re dei boschi?
 Rivela un campo ottico ampio e ben corretto, un’ottima luminosità e una profondità di campo eccezionale E’ perfetto per il birdwatcher “boschivo” e per i cacciatori italiani. Questo è il binocolo che mi porta spesso a condannare il modus operandi delle aziende di settore, che tranne rare eccezioni, hanno escluso il formato 7X dalle loro migliori produzioni.

Ho dei piacevolissimi ricordi in compagnia dello Zeiss Victory 7×42

Nel settore dei binocoli stabilizzati da 40 mm, invece, ho amato per anni il Canon 10×42 L IS WP, che possiede una qualità ottica paragonabile a  quella di molti blasonati binocoli Alpha. E’ molto robusto e il sistema di stabilizzazione con sistema VAP, assiste l’utente nella maggior parte delle condizioni d’uso. Mi piacerebbe che ne arrivasse l’aggiornamento, migliorato, magari nel sistema di stabilizzazione e nella qualità della copertura di gomma, che in taluni esemplari, tende a sfaldarsi con l’uso protratto.

Un binocolo perfetto: il Canon 10×42 WP IS L

Binocoli da 50 mm

Ne ho almeno due da citare: lo Swarovski EL 12×50 e lo Zeiss HT 8×54. L’EL è gestibile a mano libera, è perfetto per osservare i rapaci, ha un campo apparente invidiabile. Potrebbe essere il mio unico strumento se non amassi così tanto gli spotting scopes.

Swarovski Swarovision 12x50

Swarovski EL 12×50

leggero e luminosissimo

Lo Zeiss Victory HT, non è molto corretto per quanto riguarda le aberrazioni geometriche, ma, signori, se non v’interessa concentrarvi sulla resa ai bordi, al centro del campo, è un binocolo fenomenale:   pesa come molti binocoli da  40 mm ma fornisce la luminosità dei migliori  8×56. Ritengo sia un validissimo prodotto per l’attività venatoria.

Tra i binocoli da 56 mm di medio ingrandimento, posso citare in ordine di apprezzamento, lo Swarovski SL 15×56 e lo Zeiss Conquest HD 15×56

Lo Zeiss Conquest 15×56 HD e lo Swarovski SLC 15×56

Mi era piaciuto anche molto il Minox 15×58 ED APO, se doveste trovarne un esemplare nel mercato dell’usato, approfittatene!

Minox 15×58 ED

 

 

Binocoli da 60 mm

Vixen Ultima 9×63 Made in Japan

E’ fuori produzione, aveva un campo apparente da buco di serratura ma mi è rimasto nel cuore, sto parlando del Vixen Ultima 9×63.

Forse perché lo associo, ancora adesso, a un bel periodo della mia vita, ma anche perché ci osservai la cometa Hale Bopp per giorni e giorni in compagnia del mio povero padre. Peccato non lo facciano piu’..veramente un peccato. Non posso, inoltre, non citare il Takahashi Astronomer 22×60. Wow! Forniva un campo apparente stretto, ma le immagini erano molto contrastate. Questa, credo sia una prestazione che solo la fluorite minerale poteva concedere.

Takahashi 22×60 con ottiche alla fluorite minerale. Per certe caratteristiche ancora inimitabile..

Binocoli da 70 mm

Beh, senza dubbio il Nikon 18×70 mi ha trafitto il cuore: grande contrasto, ampio campo di vista, oculari comodissimi e micro-contrasto fenomenale.

Portatelo in montagna e divertitevi ad ammirare il paesaggio e..calato il sole, vi farà divertire allo stesso modo, anche se non possiede un campo di vista corretto sino al bordo come il mio secondo preferito: il Fujinon 16×70 FMTX. Non ha ottiche ED ma è tutto sommato leggero, molto luminoso (provatelo al crepuscolo con un qualsivoglia clone di pari formato) e i suoi oculari asferici sono perfetti per osservare  le stelle.

 

Binocoli da 80 mm

Potrei anche non scrivere, dato che conoscete già molto bene la risposta: Docter Aspectem 80-500 40 X ED 84°. Ricordo ancora la prima volta in cui ci osservai. Luca Mazzoleni, Corrado Morelli ed io eravamo andati direttamente a Monza, da Adinolfi, il distributore ufficiale, per prelevare tre esemplari: due 40X e un 20-50X per Corrado.

SIRUI R4203-L

Il Docter Aspectem 80-500 installato su una testa Manfrotto 501 HDV e sul solidissimo SIRUI R4203-L

Facemmo una prova fugace all’interno del grande magazzino monzese, poi, al ritorno, Mazzoleni si fermò a casa mia e osservammo la luna. Fu amore a prima vista: Nitido, contrastato, con un eccellente e ben corretto campo apparente pari a 84°. Nel corso degli anni ne ho posseduti tre esemplari e ogni qualvolta per futili motivi lo vendevo, ne sentivo dopo poche settimane la nostalgia. In questo periodo è fra i miei binocoli preferiti, insieme al Kowa Higlander Prominar 32×82, un vero carro armato, angolato con una nitidezza invidiabile in asse e con la possibilità di utilizzare tre stupende coppie di oculari 21-32-50X, adatte nella maggior parte delle condizioni osservative.

Corrado Morelli

Non era performante come i binocoli appena citati, ma faceva egregiamente il lavoro nel settore astronomico, mi sto riferendo al Vixen 20×80 BCF, un buon prodotto, con un’ottima luminosità e un perfetto mix, tra peso, diametro e prestazioni nelle osservazioni astronomiche. La successiva serie ARK non mi pare fosse così performante. Peccato non sia piu’ disponibile.

Vixen 20x80 e Kronos 30x90

Il Vixen 20×80 è molto leggero e compatto.

Binocoli da 100 mm

In questo settore non ho una predilezione particolare fra i binocoli di recente costruzione, apprezzo (ma non amo follemente) l’APM ED APO e l’Oberwerk 100 XL ED, tuttavia se proprio dovessi citare un prodotto che mi è rimasto nel cuore, inciderei sulla pietra questo nome: Miyauchi BJ 100-iC Galaxy Semi Apo.

Miyauchi 100: gloria al passato…

Leggero, compatto,con una livrea elegante e con particolari di una finezza mai piu’ raggiunta. Oltretutto ancor’oggi anche se non possiede degli oculari moderni, fornisce un’incredibile luminosità in asse che ha fatto impallidire concorrenti dotati di ottiche a bassa dispersione. La classe non è acqua, peccato che Miyauchi abbia chiuso, un vero peccato, forse avremmo finalmente potuto osservare in prodotti da 100 mm, compatti e dotati di ottiche di alta qualità.

 

Binocoli giganti

Il Vixen BT rimarrà sempre nel mio cuore.

Vixen BT 125

Un bel primo piano sul gigantesco Vixen BT125 25-75×125

Ho consumato le pagine dei vecchi cataloghi Vixen, a furia di sfogliarli ed ho provato tutte le versioni sino ad arrivare a possedere il BT 126. Spero in cuor mio che Vixen, presenterà alla fine un BT 140 che abbia la stessa compattezza dell’attuale binocolo da cinque pollici.

L’amico e collaboratore Piero Pignatta durante un test del Vixen BT 126


In ogni modo se dovessi dire qual è stata- in tutta la mia vita – la miglior visione astronomica della Via Lattea percepita con un binocolo non avrei dubbi:  Fujinon LB  25×150 MT-SX.

Fujinon 25×150: il leviatano

Ho avuto il piacere e la fortuna di osservare varie volte con questo incredibile binocolo dal rifugio della Corte in Valtellina, che sino a poco tempo fa era gestito dall’amico Corrado Morelli.  La visione della costellazione del Cigno ammirata in questo binocolo fa mozzare letteralmente  il fiato. Tuttavia per essere sfruttato a dovere, necessita di una gigantesca e costosa montatura a parallelogramma. Sono sicuro che i nuovi  binocoli da sei pollici angolati di produzione cinese, e che consentono di utilizzare gli oculari astronomici,  siano piu’ adatti a questo genere di osservazioni, ma…ragazzi, al cuor non si comanda!

Binocoli zoom

Non li ho mai amati alla follia, tuttavia se dovessi acquistarne uno sceglierei- senza alcun dubbio- uno dei due Leica DuoVid.

Il bellissimo Leica Duovid 10-15×50

Piu’ avanti, vi racconterò degli spotting scopes che mi sono rimasti nel cuore e infine dei telescopi astronomici.

Buone osservazioni a tutti.

 

 

 

Recensione del binocolo nautico Nikon 7x50CF WP Compass

$
0
0

 

L’estate è ormai alle porte e molti fra voi, appassionati di mare e di nautica, stanno pianificando senz’altro  l’acquisto di uno strumento ottico adatto ad allietarli sotto il solleone, fra spruzzi, salmastro e onde del mare.

Per questo motivo ho deciso di farmi inviare da Nital, distributore ufficiale dei prodotti Nikon qui in Italia, un esemplare del binocolo 7×50 CF WP Compass.

Nikon ha previsto, per il settore nautico, due modelli: quello base, più economico (vedremo perché) disponibile con e senza bussola e il più performante 7x50IF WP Compass.

Un bel primo piano sul Nikon 7×50 CF WP

Il binocolo 7×50 CF WP Compass, oggetto di quest’articolo, è proposto a 460 euro.

Dati tecnici dichiarati dalla Casa Madre

 

Formato 7×50
Vetro Eco Glass
Campo visivo 7.2°
Campo visivo apparente (formula ISO) 47.5°
Pupilla di uscita 7.1 mm
Luminosità relativa  50.4
Distanza di messa a fuoco dichiarata 10 m
Distanza inter-pupillare 56- 72 mm 
Dimensioni 193×202
Peso dichiarato 1130 g

Meccanica e sistema di messa a fuoco

Si sa, il binocolo con i prismi di Porro possiede lo schema ottico ideale per questo genere di osservazione:, il buon rapporto prezzo-prestazioni e la parvenza di maggiore tridimensionalità sono sinonimo di affidabilità e ottima qualità.

Il binocolo è stranamente dotato di un archetto centrale che muove gli oculari per consentire la focalizzazione degli oggetti. La versione piu’ costosa, invece, ha oculari con messa a fuoco singola ed è in grado di garantire una robustezza e un’impermeabilizzazione maggiore.

La profondità di campo è buona, e seppur teoricamente si attesti sul quadrato dell’ingrandimento – ergo quarantanove metri- c’è da considerare che grazie alla compensazione del nostro visus è possibile ottenere delle  immagini a fuoco già da circa venticinque metri.  Un range di profondità perfetta nel mero uso nautico.

Il binocolo della Nikon, in ogni modo consente di focalizzare a una distanza minima di 3.5 metri (almeno questo esemplare). Per raggiungere l’infinito è obbligatorio ruotare la manopola in senso orario, meno di un giro: 330/360°.

Un bel primo piano sul ponte di comando, visibile sulla destra la bussola integrata nella copertura di gomma

 

 

Il Nikon 7×50 CF WP Compass è ovviamente gommato in maniera robusta ed efficace, non è di certo un “peso piuma”. La mia bilancia elettronica ha stimato un peso di 1170 g con i tappi e la tracolla galleggiante.


Grazie al suo schema ottico lo chassis è  abbastanza largo (16 cm e mezzo alla mia distanza interpupillare) per essere impugnato saldamente grazie alla miglior posizione delle braccia e delle spalle. Il peso, inoltre, unito ai sette ingrandimenti, consente di brandeggiarlo molto bene. E’ ovviamente possibile fissarli a un supporto con un raccordo universale.

Il piccolo rotore di messa a fuoco è incastonato nell’ampio ponte di comando che presenta anche il pulsante di attivazione della bussola e il vano batteria.

A causa della messa a fuoco centrale, è dichiarato impermeabile per un metro di profondità e per un periodo pari a cinque minuti.

 

Bussola

La bussola incorporata (integrata molto bene nello scafo ottico) è dotata anche della scala di distanza. In questo modo è possibile misurare le dimensioni o le distanze conoscendo già due valori noti.

Per maggiori informazioni vi rimando al seguente articolo.

https://www.binomania.it/il-binocolo-nautico-questo-sconosciuto/

La messa a fuoco centrale consente di utilizzarlo anche per le normali osservazioni paesaggistiche e naturalistiche

Obiettivi

Gli obiettivi da cinquanta millimetri di questo binocolo nautico sono acromatici, nessun pregiato vetro ED, tuttavia grazie alla presenza dei prismi di Porro e all’ingrandimento contenuto, fornisce delle immagini con un buon contrasto e una decina nitidezza. Il bianco, rispetto ai prodotti di alto pregio è virato verso il caldo. Proiettando il cerchio d’immagine con una torcia su una parete ho certificato che il diametro reale corrisponde a quanto indicato.

 

Oculari

Non forniscono un grande campo apparente, circa 50°.L’estrazione pupillare fortunatamente che misurato è di circa 17 mm.

 

Prismi
I prismi forniscono una pupilla di uscita quasi perfettamente circolare. Si nota soltanto un po’ di vignettatura ai bordi. Rispetto a soluzioni piu’ pregiate si nota un po’ di dispersione di luce intorno nel cerchio intorno alla pupilla di uscita.

Trattamenti anti-riflesso

Mi pare siano nella media dei prodotti Nikon in tale fascia di prezzo.

Gli oculari non forniscono un campo grandangolare, ma l’estrazione pupillare è adatta anche ai portatori di occhiali

Aberrazioni

Aberrazione cromatica

L’aberrazione cromatica è molto ben contenuta, anche durante le giornate grigie ma luminose. In tali circostanze si percepisce un lieve alone spurio intorno ai bordi degli oggetti piu’ luminosi, ma inferiore, ad esempio, rispetto a molti binocoli con prismi a tetto in tale fascia di costo. Osservando uno specchio d’acqua si comprende ovviamente che non si stia osservando in un binocolo apocromatico, giacché si evidenzia un viraggio violaceo anche al centro del campo. In ogni modo, mi è parso un prodotto valido che può essere utilizzato senza problemi anche da possessori di ottiche di alta qualità. Lo schema semplice, unito ai prismi di Porro è anche in questo caso una scelta vincente.

Cromatismo laterale

Minima e solo in controluce, a partire da circa il 75% del campo di vista. Osservando delle vele in controluce, ad esempio, si nota un po’ di alone bluetto.

 

Curvatura di campo

In un binocolo con un campo ottico così ridotto è normale che le aberrazioni geometriche siano ben contenute.  Il degrado ai bordi è in concreto ininfluente, soprattutto nelle osservazioni diurne, dove il binocolo dimostra di fornire lo stesso potere risolvente anche ai bordi.

 

Distorsione angolare


C’è un po’ di distorsione angolare a cuscinetto, minima, ai bordi. Il brandeggio (panning) avviene con fluidità.

Altre aberrazioni

La coma e l’astigmatismo sono tutto – sommato contenuti anche al bordo. Potrei esemplificare drasticamente che il poco campo inquadrato è sfruttabile senza troppo sacrificio.

La luminosità al crepuscolo è piu’ che soddisfacente

Utilizzo sul campo

Non ho avuto la possibilità di osservare con questo binocolo al mare, tuttavia, abitando nella “terra dei Laghi” ho usato il Nikon 7×50 CF WP sia sul lago Maggiore, sia su quello di Lugano.

Il primo fattore atipico ma piacevole che ho riscontrato è che – grazie alla sua messa a fuoco centrale- è possibile osservare anche il panorama  e gli animali senza alcuna difficoltà. Ha una resa abbastanza universale, ecco.

Nell’uso nautico ho apprezzato ovviamente i bassi ingrandimenti e la buona luminosità, anche se ovviamente non raggiungere la trasmissione luminosa dei TOP di questo settore.

Pregi e Difetti

Pregi

  • Obiettivi da 50 mm di diametro
  • Rapporto prezzo-prestazioni comparabile a molti prodotti della concorrenza
  • Universalità maggiore rispetto ad altri prodotti grazie alla messa a fuoco centrale

 

 

mia moglie durante una passeggiata domenica sul Lago Maggiore

Difetti

 

  • Un po’ di luce diffusa ai bordi
  • Campo ottico non molto ampio
  • Prestazioni waterproof un po’ limitate a causa dell’archetto degli oculari.

In sintesi

Il Nikon 7×50 CF WP è stata la mia scelta fra alcuni prodotti nautici che ho ricevuto in prova. Ha delle buone prestazioni globali che reputo inquadrate nel prezzo di acquisto.

La messa a fuoco centrale consente, inoltre, di non usarlo unicamente durante la navigazione. Non sarà ovviamente compatto come un binocolo con prismi a tetto, ma svolgerà senza remore, qualsiasi genere di osservazione (non grandangolare) che si esigerà.

 

Ringraziamenti

Ringrazio, ancora una volta Marco Rovere e Maurizio Bachis di Nital per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test e per avermi concesso – come sempre- di esprimere la mia opinione

 

  • Ti è piaciuto quest’articolo? 

    Binomania consente a tutti gli appassionati di leggere gratuitamente decine e decine di recensioni di prodotti  ottico-sportivi, per questo motivo, se apprezzi il nostro lavoro, potresti  sostenere Binomania offrendoci un cappuccino attraverso paypal. Ti ringraziamo anticipatamente!

    Offrici un cappuccino! 

     

     

    Disclaimer. 
    Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Maggio dell’anno 2019.  Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente Nital, distributore ufficiale dei prodotti Nikon.

 

 

In edicola dal 30 di Maggio, lo Speciale “Ottiche da caccia, sportive e per il tempo libero”

$
0
0

Lo speciale affronta il tema delle ottiche da osservazione e da puntamento a partire dai fondamenti scientifici e dall’evoluzione tecnologica che – specialmente negli ultimi 30 anni – ha rivoluzionato l’approccio di cacciatori e tiratori al tiro. Binocoli, cannocchiali da osservazione e da puntamento, punti rossi, telemetri e ottiche termiche vengono descritti in riferimento alle più recenti evoluzioni tecnologiche. Non manca una sezione dedicata alle trappole fotografiche, che hanno modificato l’approccio della caccia di selezione e in braccata. Nella sezione tecnica vengono spiegati e approfonditi i concetti necessari per l’impiego corretto degli strumenti ottici sia a caccia che nel tiro a lunga distanza, le tecniche per il montaggio e il processo per la scelta consapevole dell’ottica ideale in base alle proprie necessità di performance e di budget.

Alla sezione tecnica segue un ampio spazio dedicato alle novità presentate alle più importanti fiere di settore 2019.

Ringrazio il capo redattore Matteo Brogi e l’Editore per la bella esperienza.


Recensione del binocolo Takahashi Fluorite “Astronomer” 22×60

$
0
0

 Tra i binocoli che possono classificarsi di “fascia alta”, sia per il costo che per il livello qualitativo, colpiscono in particolare l’attenzione quelli che sono contraddistinti dai termini “apo” e/o “fluorite”,  in quanto inducono subito, nel potenziale acquirente, aspettative elevate connesse  al fatto che si tratta di uno strumento al “top” perché  apocromatico, termine che, sinteticamente, indica tre colori dello spettro, distanti tra loro, a fuoco nello stesso punto (due nell’acromatico).

Uno di questi binocoli, oggetto del presente test, è il Takahashi Fluorite 22×60 Astronomer  il cui prezzo pari a 1307,54 € iva inclusa (Ditta Miotti-luglio 2003), se è abbastanza elevato in assoluto, lo è molto di meno in relazione alla qualità complessiva e alle prestazioni ottiche che è in grado di offrire.

una osservatrice agli oculari del binocolo Takahashi fluorite Astronomer 22×60.

DESIGN E STRUTTURA

Il binocolo, come si vede dalle foto, si presenta con un design particolare in quanto, su di un normale scafo monoblocco sono installati due corpi cilindrici piuttosto lunghi (17 cm. circa); questo tipo di costruzione è stato evidentemente reso necessario dalla sensibile lunghezza focale degli obiettivi, caratteristica questa che, già in sede di progetto, comporta effetti positivi sul risultato finale in termini di resa ottica. Il particolare aspetto del binocolo è poi sottolineato, forse con una buona dose di estrosità, anche se ciò è opinabile, dal fatto che sui due tubi cilindrici sono riportati, bianchi su fondo scuro, gli asterismi delle costellazioni. Qualcosa di molto simile era già stato fatto dalla Casa americana Questar sul tubo ottico del suo piccolo e costoso catadiottrico Maksutov-Cassegrain da 90 mm., la cui struttura di base sembra avere poi ispirato, senza costellazioni, il più diffuso e meno costoso, ma otticamente valido,  Meade ETX 90.

 Ritornando al binocolo Takahashi si nota che lo stesso presenta la messa a fuoco separata per ciascuno dei due oculari; questi ultimi sono muniti di bordi in gomma ripiegabili per i portatori di occhiali ed hanno una regolazione diottrica da + 4 a – 4 con ulteriore escursione sia in intrafocale (verso l’obiettivo) che in extrafocale (in direzione opposta).  Il binocolo viene fornito con cinghie, borsa semirigida di buona fattura, e con un supporto metallico per il treppiede, a sagoma di  campana (vedi foto), sul quale lo strumento, dopo avere regolato la distanza interpupillare, viene definitivamente adagiato e bloccato, con benefici effetti per la stabilità complessiva. Nel manuale di istruzioni, piuttosto stringato (4 pag.), non c’è alcun riferimento a particolari accessori quali conchiglie oculari, dispositivi antiappannamento o altro. Purtroppo, nonostante a volte siano fondamentali per sfruttare al 100%  le elevate potenzialità degli strumenti prodotti, questi accessori sono spesso trascurati dalle case costruttrici, anche da quelle di qualità e nome indiscussi.

  OTTICA E IMPRESSIONI

Il pezzo forte del Takahashi Fluorite 22×60 si può individuare senz’altro negli obiettivi costituiti ciascuno da un doppietto con un elemento alla fluorite che, notoriamente, è sinonimo di apocromaticità e quindi, almeno presuntivamente, di immagini di livello superiore. In effetti, nel caso specifico, la realtà non si discosta di  molto dalla teoria e la prima impressione che si ha nell’osservazione con questo binocolo è di una resa notevolissima in termini di risoluzione,  saturazione dei colori, contrasto e carenza di cromatismo residuo. Osservando il binocolo dalla parte degli obiettivi si notano, oltre al trattamento antiriflessi multistrato, tre diaframmi a bordo tagliente, a dimostrazione della cura progettuale ed esecutiva posta nella realizzazione dello strumento; infatti, inquadrando una forte fonte luminosa e portandola oltre il bordo del campo, la caduta di luce è netta e priva di scie. Gli oculari sono composti da quattro elementi in tre gruppi e sono caratterizzati da un campo apparente di 46° che, rapportati ai 22 ingrandimenti, forniscono un campo reale di 2,1° ; tale modesta ampiezza di campo visuale, indipendentemente dalla efficace resa ottica, costituisce la caratteristica meno esaltante di questo strumento che, per l’elevato   numero di ingrandimenti (22) e il discreto peso (2,170 Kg) richiede necessariamente, per dare il meglio,  l’impiego di un buon treppiede.

il binocolo Takahashi fluorite Astronomer 22×60 sullo sfondo della Val di Chiana e di Montepulciano

 

OSSERVAZIONE  TERRESTRE

Nell’osservazione terrestre il binocolo Takahashi Fluorite 22×60 offre immagini eccellenti con  incisione e contrasto elevati, colori brillanti e saturi e alta risoluzione dei dettagli. Tale risultato è dovuto anche al fatto che il cromatismo residuo è praticamente impercettibile potendosi rilevare, a livelli molto bassi, solo ai bordi del campo dove la complessiva uniforme nitidezza rivela, ad un esame più approfondito,  un leggero degrado. Comunque la resa ottica è quanto di meglio si possa riscontrare,  con l’appagante sensazione, tanto più apprezzabile in rapporto all’elevato n° di ingrandimenti, che tra il binocolo e l’oggetto osservato quasi non vi sia spessore atmosferico. In sintesi: trasparenza elevatissima.

 

 OSSERVAZIONE ASTRONOMICA

 

    LUNA E PIANETI

Per quanto riguarda l’osservazione astronomica per la quale questo strumento appare specificamente progettato, non a caso è denominato “Astronomer”, va detto subito che le immagini fornite sull’asse ottico sono di prim’ordine. Nella seconda metà del mese di giugno ho potuto osservare Giove  solo al tramonto, nel crepuscolo serale. Al centro del campo il disco del pianeta appariva netto ed inciso, praticamente senza alcuna sbavatura di luce e con i satelliti medicei immediatamente visibili e brillanti; erano inoltre percepibili, con relativa facilità, le zone più scure corrispondenti alle due fasce equatoriali principali. Saturno non era più visibile di sera ma  sulla base della qualità delle immagini “gioviane” valutai che molto probabilmente l’anello del pianeta, rispetto al globo, sarebbe stato risolto nettamente da questo strumento. La conferma l’ho avuta all’alba del 20 luglio 2003, tra le ore 4 e 4,30 circa, quando ho osservato il sorgere di Saturno in Val di Chiana, dove il cielo è di solito piuttosto bello anche se non scurissimo, partecipi dello spettacolo, in un ampio scenario, la Luna calante all’incirca all’ultimo quarto, Marte sempre più vigoroso in luminosità e dimensioni e le Pleiadi, che non vedevo da un po’ e che ho rivisto con vero piacere. L’orario non era molto comodo ma ne valeva la pena. Nonostante le “contorsioni” atmosferiche del pianeta dovute al “seeing” della  bassa declinazione, Saturno appariva con chiara definizione di anello, anse e globo, e la sua immagine, già buona, migliorava visibilmente man mano che il pianeta saliva nel cielo. Il disco di Marte si presentava rosso, netto e luminoso, di forma un po’ oblunga per la fase di illuminazione e più o meno nella  sua parte centrale si percepiva la presenza di una piccola zona più scura anche se di forma non definita (Sirtis Maior?).

 

visibile il supporto per treppiede, a sagoma di campana, sul quale il binocolo viene appoggiato e bloccato.

La Luna abbastanza alta era luminosa e nitidissima e, se tenuta rigorosamente al centro del campo, era praticamente priva di aloni di cromatismo residuo, visibili solo quando l’immagine del nostro  satellite si avvicinava ai bordi. A dimostrazione della nitidezza e del contrasto dello strumento, si percepivano le zone più chiare rispetto a quelle più scure sul fondo di Plato, nonostante le dimensioni angolari, ovviamente piccole, del cratere. Si notavano inoltre distintamente le alture minori a ridosso degli Appennini e tutta la superficie visibile era ricchissima di particolari nitidi e a rilievo. In successive osservazioni dei primi di agosto con Luna crescente, ho avuto la conferma della capacità di dettaglio di questo binocolo osservando i crateri minori sul bordo ovest di Fracastorius il cui fondo appariva variamente frastagliato, e, in particolare,  il cratere Rosse con, ad est, il cratere Bohnenberger e i montes Pyrenaeus. Si percepivano inoltre i corrugamenti (dorsi) del Mare Nectaris con alcune zone più chiare mentre più in basso, illuminata dalla luce radente del Sole, la cima del massiccio montuoso interno emergeva spettacolarmente dal fondo buio del cratere Piccolomini. Ben visibile, inoltre, il cratere interno a Posidonius sul cui fondo si percepivano, anche se in modo indefinito, le irregolarità della superficie comprensive della omonima rima. In effetti con questo binocolo e un buon atlante si può acquisire una apprezzabile conoscenza della superficie lunare ad un discreto livello di dettaglio, esclusi ovviamente i particolari che richiedono il maggior potere di ingrandimento e di risoluzione propri di un telescopio (di buona qualità e di maggiore apertura). La forte luminosità della Luna o di altre fonti di luce intensa produce un piccolo riflesso più o meno centrale e, verso i bordi, una immagine fantasma di dimensioni variabili in relazione alla distanza tra occhi e oculari; nelle situazioni in cui si manifestano, queste presenze sono comunque praticamente irrilevanti ai fini della visione.

PROFONDO CIELO                                                   

Nell’osservazione di stelle, stelle doppie, ammassi, galassie e nebulose questo binocolo è altrettanto valido. Il fondo cielo è uniformemente oscuro e le immagini stellari, al centro del campo, presentano una puntiformità invidiabile, quasi da telescopio a basso ingrandimento. Tale positiva caratteristica degrada però, anche se in misura molto contenuta per intensità e superficie interessata, ai bordi estremi dove si rilevano gli effetti della curvatura di campo e dell’astigmatismo “periferico” comuni alla quasi totalità dei binocoli. Infatti  la maggior parte di questi strumenti, anche di pregio e salvo poche eccezioni, non ha nel percorso ottico un correttore (spianatore) di campo, normalmente in grado di offrire immagini stellari puntiformi anche ai bordi. L’astigmatismo al bordo è facilmente riscontrabile se una stella, a fuoco (puntiforme) al centro del campo, portata al bordo diventa sfocata e non si riesce a  rimetterla a fuoco, ovvero a renderla di nuovo puntiforme; aumentando poi la sfocatura in intra e in extrafocale, sempre al bordo, si nota che l’immagine assume un orientamento rispettivamente verticale e orizzontale mentre nel punto di miglior fuoco tra intrafocale ed extra l’aspetto dell’immagine è pressochè cruciforme, a quattro punte. Ma, così come per l’osservazione terrestre, sull’intero campo, con esclusione dei bordi estremi, le prestazioni di questo binocolo sono di tutto rispetto e le immagini stellari fornite del Takahashi Fluorite 22×60 sull’asse ottico sono perfettamente puntiformi, rotonde e “composte”.

 Puntando Mizar il suo sistema quadruplo visuale si rivela con facile immediatezza e bellezza risultando nettamente separate le due componenti più strette; ben risolta Eta Cassiopeiae, bellissima Albireo con i colori giallo e azzurro delle due componenti molto intensi grazie all’elevata puntiformità e compostezza dell’immagine. Nel cielo del Pollino e in quello della Val di Chiana ho potuto ammirare, tra l’altro, il doppio ammasso di Perseo, esteso sull’intero campo e sempre bellissimo,  M81 con M82 in Ursa Maior, la nebulosa anulare della Lira M57, visibile anche nel cielo cittadino di Napoli come M27, la nebulosa Dumbell. Entusiasmante inoltre e favorito dalla stagione adatta, l’itinerario tra i meravigliosi oggetti del Sagittario dove c’era solo l’imbarazzo della scelta: ricordo, tra l’altro, l’ammasso globulare M22 esteso e luminoso, le bellissime nebulose Trifida (M20)  e  Laguna (M8) e la nebulosa Omega (M17) della quale si percepiva immediatamente una  forma  pressochè triangolare. Nel cielo di Napoli ho osservato, oltre le già citate M57 ed M27, anche il grande ammasso di Ercole M13, molto luminoso nella parte centrale ed  M3 che appariva invece un po’ debole. Sulle Pleiadi osservate in Val di Chiana, all’alba e con la Luna, è stata facilmente raggiunta la magnitudine 10,42  per cui è ipotizzabile, in un cielo scuro, circa una mag. in più.

le pupille d’uscita perfettamente rotonde a dimostrazione del corretto dimensionamento e della qualità pregiata dei prismi (BaK 4 – ad alto indice di rifrazione).

CONCLUSIONI

Questo binocolo alla fluorite è indubbiamente uno strumento di alto livello, anche se con qualche limite (ampiezza del campo visuale e risoluzione ai bordi). Può essere pertanto consigliabile a chiunque e soprattutto a chi desideri un binocolo che si distingua per elevate prestazioni connesse anche a caratteristiche particolari quali, ad esempio, la fluorite nel caso specifico, oppure lenti in vetro a bassissima dispersione (E.D. o U.D.), oculari con campo ultragrandangolare, immagine stabilizzata, spianatore di campo etc. Volendo essere più precisi, con riguardo al tipo di osservazione preferita, esso appare:

          meno consigliabile a chi predilige la spettacolarità e il coinvolgimento emotivo che può dare la  visuale “panoramica” di un binocolo grandangolare di qualità elevata, osservando campi e ricami stellari o specifici oggetti in una ampia cornice di cielo e di stelle;

          più consigliabile a chi invece preferisce cercare un oggetto nel cielo stellato, inquadrarlo e osservarlo in un campo visuale di normale ampiezza in grado però di fornire, nella sua parte centrale, una immagine pressochè perfetta, caratteristica questa, propria del Takahashi Fluorite Astronomer 22×60.

  CARATTERISTICHE TECNICHE

Diametro obiettivi                     60 mm                                        

Ingrandimenti                            22x

Schema ottico obiettivo            due elementi in un gruppo di

                                                  cui uno alla fluorite       

Schema ottico oculare               quattro elementi in tre gruppi

Diametro pupilla d’uscita          2,72 mm

Angolo di campo reale              2,1°

Angolo di campo apparente      46°

Rilievo oculare                          18 mm

Regolazione diottrica                 + 4 / –  4

Prismi                                        Porro

Distanza interpupillare              50-75 mm

Messa a fuoco                           separata per ogni oculare

Min. dist. di messa a fuoco       43 m

Peso                                           2,170 Kg

Dimensioni                                345 x 220 x 90 mm

                                                    

 

                                                               ABERRAZIONI

Sferica                                        assente

Coma                                          assente

Cromatismo residuo                   assente sull’asse ottico

                                                    ridotto, ai bordi

Curvatura di campo                    moderata, ai bordi

Astigmatismo                             assente sull’asse ottico

                                                   moderato, ai bordi

Distorsione (a cuscinetto)          moderata, ai bordi

Riflessi                                       due, trascurabili

Luce diffusa                               assente

 

                                                            

Recensione della camera termica Leupold LTO-Tracker 2

$
0
0

Chi ha avuto la fortuna di visitare lo SHOT SHOW di Las Vegas durante Maggio avrà potuto ammirare in anteprima la nuova rivisitazione della camera termica “palmare” proposta da Leupold: la LTO-TRACKER 2.

Era da alcuni mesi che cercavo di carpire le sue reali prestazioni dai meri dati tecnici, fortunatamente, grazie alla collaborazione di Andrea Ambrosio della Paganini SRL (distributore ufficiale per l’Italia dei prodotti Leupold) ho potuto testare un esemplare.

Sono disponibili due modelli di LTO- Tracker, il modello che ho avuto in prova e quello in versione non  “HD”.

La nuova termocamera Leupold nel suo regno

Inizio con lo scrivere che questo piccolo, ma performante accessorio, è totalmente impermeabile, non abbiate quindi il timore di utilizzarlo anche durante  le pessime condizioni atmosferiche. E’ molto leggero, pesa, infatti, soltanto 213 g (batteria inclusa) ed è  lungo 14.5 mm.

Dati tecnici dichiarati dalla Casa Madre

Risoluzione del display 240X204 px
Sensore termico 206X156
Zoom digitale  sino a 7X
Campo di vista 21.00
Temperatura di esercizio -15 + 65°
Frame Rate 30Hz
Messa a fuoco fissa
Display 1.2″ 
Detection Distance 548 m
Gradazioni di colore 6 opzioni
Startup Time  3 Seconds
Durata della batteria CR123 10 Ore d’utilizzo medio
Prezzo Paganini Giugno 2019 1044 (modello in prova)
1566 (versione HD)
   

Possiede un display (regolabile) che fornisce una risoluzione di 204 x 204 pixel. Il sensore termico, invece, è di 206×156 px. Le caratteristiche tecniche dichiarate sono oltremodo interessanti, proprio per questo motivo, ho voluto fare un po’ di prove sul campo.

La camera termica Leupold è alimentata con una batteria CR123. E’ possibile cambiarla svitando la ghiera centrale. Una caratteristica che mi ha molto interessato- e che denota la cura nella progettazione di questo prodotto- è la fascia metallica che collega i due componenti. In questo caso, come visibile nella foto, sarà possibile sostituire la batteria, mantenere un’ottima impermeabilizzazione e nel frattempo evitare di perdere uno delle due parti.

Sono presenti tre pulsanti per il controllo delle impostazioni del visore termico.

Con essi, oltre alle ovvie modalità: “ spegnimento-accensione”  è possibile controllare le “palette colori” del display, lo zoom visivo (digitale) e la nuovissima modalità beacon.

I tre pulsanti sono molto semplici da utilizzare

Perchè questa innovazione è cosi’importante?

E’ un sistema che consente di calibrare rapidamente lo schermo per ottenere un rilevamento piu’ preciso negli ambienti caldi. Ad esempio qualora fosse attivato in uno dei tre colori dello schermo impostato in modalità “Hi-Bright” consentirebbe di rilevare l’oggetto piu’ caldo oltre a bilanciare nuovamente tutti i colori “Hi Bright” nella scala di grigi disponibile. Questa impostazione è utile, ad esempio, per rilevare i soggetti anche alla presenza di terreni assolati.

Per ciò che concerne le mere prestazioni di rilevazione termica, è ovvio, visto il prezzo e la configurazione ottica, che non possa competere con i piu’ performanti ma costosi visori termici “Top di Gamma”.

In ogni modo, l’azienda, dichiara – a chiare lettere – che l’LTO-Tracker è in grado di rilevare soggetti sino a un massimo di 600 iarde, mentre animali come caprioli e cervi saranno osservabili sino a 250 iarde.

Questo cosa significa? Che il potere risolutivo del sensore, non sarà in grado di discernere la conformazione di questi animali sopra tale distanza, per questo motivo appariranno come oggetti indistinti, seppur sarà evidenziata la loro traccia termica.

Per quanto riguarda la percezione dei soggetti, mi sono avvalso dei caprioli e dei cinghiali che popolano la mia valle.

Le due parti non si possono perdere, neppure durante una rapida sostituzione della batteria

Ho almeno un paio di prati molto grandi, dove i soggetti si situano a circa 150-170 metri di distanza dal mio punto osservativo. Dato che Leupold dichiara che è possibile distinguere un cervo a circa 220 metri di distanza, ero abbastanza convinto che il gap dimensionale dei caprioli fosse colmato da una distanza inferiore.

In effetti, devo ammettere che seppur il sensore e il display non abbiano una risoluzione molto elevata, è possibile discernere le forme dei caprioli  e dei cervi situati tra i 100 e i 150 metri.  Per quanto riguarda il sistema digitale d’ingrandimento, non ho mai utilizzato il fattore 5- 7 x, ho di gran lunga preferito arrivare al massimo sino a 3X.

Ritengo che con lo zoom impostato a 3X sia abbastanza facile notare e distinguere le sagome di cinghiali e caprioli  sino a 150 metri. Non posso, quindi, dubitare che sia impossibile riconosce anche a 220 metri  un cervo. Io in questo caso mi sono fermato a soli 125 metri, per problemi..logistici.

Cerva visibile a circa cento metri di distanza

Tra i 5X e i 7X,le immagini iniziano a essere troppo poco definite e “pixellate” per questo motivo, sapevo si trattassero di caprioli, ma se mi fossi trovato in un posto sconosciuto, non sarei stato in grado di sfruttare tale sistema di ingrandimento che funziona decisamente bene, per soggetti molto piu’ vicini.

 

Posso invece confermare di aver apprezzato particolarmente la modalità Beacon che è molto utile anche quando si cerca di osservare la traccia termica di animali anche nella vegetazione molto folta.

La seconda prova che ho eseguito è molto semplice e funzionale.

Ho deciso di verificare la capacità di questo visore “handled” di discernere le fini tracce di calore, utilizzando il metodo della bottiglia calda.

Alle ventidue di sera, ho riempito una borraccia di alluminio con dell’acqua calda e mi sono immerso nella pace dei sentieri del bosco spargendo il liquido tra gli alberi.  

Posso confermare che le tracce erano facilmente visibili, inoltre. Ho anche voluto fare una prova un po’ estrema. Mi sono ripresentato nello stesso posto dopo ben quarantacinque minuti e seppur non ci fossero piu’ tracce termiche “giallo-arancione” visibili nella modalità di maggiore contrasto era ancora visibile una tenue traccia nera che si staccava nettamente dal grigiore della vegetazione.

 

Traccia di acqua calda (scaldata a 38 gradi) bene visibile alle ore 22

Pregi e difetti

Pregi

  • Prezzo di acquisto
  • Portabilità
  • Robustezza e impermeabilizzazione
  • Facilità e rapidità d’utilizzo
  • Buona frequenza di refresh pari a 30 MHz

 

 

Difetti

  • Zoom digitale poco utile a lunga distanza a partire dai 5X

Il Leupold LTO TRACKER 2 è decisamente compatto, relativamente economico e perfetto per rilevare tracce e soggetti a media distanza.

In sintesi

Ho apprezzato molto il nuovo LTO-TRACKER 2, ha tutte le carte in regola per soddisfare chi è alla ricerca di tracce termiche: cacciatori, fotografi naturalisti, guardie forestali, guardie ecologiche. Sono certo che anche le forze di polizia ne trarrebbero giovamento, giacché sono molteplici i settori di utilizzo che l’intelletto e l’ingegno umano potrebbero trovare dozzine di modi  per sfruttare questo piccolo visore termico portatile.

Per chi volesse un maggior discernimento dei dettagli, è disponibile la versione HD, che possiede un sensore da 320 × 240 px e che offre una risoluzione doppia rispetto allo LTO Tracker 2 . Per questo motivo la  distanza di rilevamento complessiva passa a 750 iarde  (685 m) con una distanza di rilevamento tipica dei cervi di 300 iarde (274 m)

 

Ringraziamenti

Ringrazio Andrea Ambrosio della Paganini SRL di Torino per aver fornito l’esemplare di questo testo, lasciandomi libero di esprimere le mie sincere impressioni sul campo.

 

Ti è piaciuto quest’articolo? 

Binomania consente a tutti gli appassionati di leggere gratuitamente decine e decine di recensioni di prodotti  ottico-sportivi, per questo motivo, se apprezzi il nostro lavoro, potresti  sostenere Binomania offrendoci un cappuccino attraverso paypal. Ti ringraziamo anticipatamente!

Offrici un cappuccino! 

 

Disclaimer.
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Giugno dell’anno 2019-  Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente il distributore italiano Paganini SRL

Celestron C8 e accessori utili: la mia esperienza. Prima parte

$
0
0

Nel corso degli ultimi anni ho posseduto vari esemplari del noto telescopio Schmidt Cassegrain Celestron C8 (203 mm F/10). Per motivi prettamente personali, il mio setup attuale è composto di un vecchio tubo ottico C8 della serie Ultima che ho installato sull’ennesima montatura a forcella della serie Celestar, dotata di wedgpod, un sistema molto semplicistico ma leggero e in voga negli anni Novanta, che prevede un supporto equatoriale integrato nel treppiede.

Due dei miei setup “grab and go” preferiti. Celestron C8 su forcella vintage e Kowa Highlander Prominar su forcella by Elio Biff e treppiede Berlebach.

Questo supporto smorza in peggior modo le vibrazioni rispetto alla montatura a corredo dei serie ULTIMA  ed anche nei confronti di una montatura equatoriale classica, come la Synta EQ-5 o la vecchia  Vixen GP.

Ho escogitato, tuttavia, alcuni semplici rimedi che mi hanno consentito di utilizzare rapidamente questo telescopio catadiottrico con un diametro di venti centimetri.

Vi suggerisco di rileggere la mia recensione riguardante il Celestar 8 che troverete alla fine di questo articolo e che scrissi nel 1998,  se lo farete, potrete ottenere maggiori informazioni riguardo le reali prestazioni di questo telescopio.

Vorrei, tuttavia, scrivere alcuni suggerimenti che vi consentiranno di utilizzare al meglio uno dei tubi ottici più venduti al mondo.

Rispetto agli anni in cui acquistai il mio primo esemplare (1996), sono disponibili sul mercato decine di accessori ottici e meccanici molto interessanti, oltretutto proposti a prezzi più abbordabili, rispetto a ciò che era disponibile soltanto quattro lustri fa.

Il C8 sulla montatura Celestar è un peso piuma, poco più di sedici chilogrammi: è possibile, infatti, sollevarlo senza particolari problemi, trasportarlo da una parte all’altra del vostro giardino e anche scendere e salire le scale.

Io lo custodisco usualmente in casa e lo porto in giardino qualche ora prima di cena.

La forcella Celestar non è robusta come le più’ costose e pesanti Ultima ma si è sempre rilevato un valido compromesso per le mere osservazioni visuali

Per cercare di migliorare la capacità di assestamento delle vibrazioni,  ho acquistato degli specifici piedini in gomma, anche se posso confermare che  quelli ottenibili dalla suola in gomma delle ciabatte da spiaggia, possono servire all’uopo.

I tempi di smorzamento migliorano notevolmente. Ci sarebbero anche altre due possibilità che ho abbandonato ma che sono sempre realizzabili con facilità: inserire della sabbia nei tubi del treppiede,  oppure fissare due cavigliere piene di sabbia (si trovano nei negozi sportivi) sui bracci della forcella per assestare un poco le vibrazioni.

Di contro, poiché il mio interesse principale era di sollevare il telescopio più grande che potessi permettermi, ho preferito agire in due modi, purtroppo più costosi ma che alla fine si sono rilevati performanti oltre che in grado di aumentare il valore del telescopio.

Ho acquistato un focheggiatore elettrico JMI “Moto Focus” (che è anche possibile scovare nel mercato dell’usato). Grazie a quest’accessorio specificatamente progettato per gli S-C, ho risolto la maggior parte dei problemi provocati dal treppiede + wedgpod “Celestar”, giacché le vibrazioni più rilevanti si generavano durante la focheggiatura. Si monta in pochi minuti, le batterie durano una eternità e risolve totalmente il problema delle vibrazioni, causate dalla messa a fuoco manuale.

Il focheggiatore elettrico JMI penso sia il miglior accessorio che abbia potuto acquistare per questo vecchio SC vintage

Oltre a questo rimedio, ho deciso di bilanciare alla perfezione il tubo ottico, vincolato dai bracci della forcella. Per tale motivo, mi sono avvalso dell’eccellente kit ideato da Geoptik (disponibile anche per C9 1.4 e C11). Un sistema tanto semplice quanto intelligente: una piccola barra su cui scorre un peso che si sposta rapidamente, allentando la piccola manopola di serraggio che ne evita lo scorrimento.

Il semplice ma performante sistema di bilanciamento venduto da Geoptik

 

 I motori hanno finalmente iniziato a funzionare in entrambi i lati senza alcuno sforzo, posso, inoltre, inseguire gli oggetti a medio – bassi ingrandimenti anche senza motori, sbloccando gli assi e ruotando a mano il telescopio.

Scrivendo di motori non posso che citare quello in declinazione (all’epoca opzionale) che ho acquistato nel mercato dell’‘usato per dare un tocco di completezza.

Ambientazione del telescopio

Utilizzo due metodi. Di solito, in estate, porto il telescopio all’esterno prima di cena, colloco il tubo ottico con la lastra correttrice rivolta verso il prato e utilizzando del tessuto microforato, sopra il raccordo porta oculari, lascio fluire l’aria calda verso l’esterno. In inverno, invece, quando il delta termico fra interno ed esterno è elevato, mi avvalgo del noto sistema astrocooler della Geoptik che ora pare sia fuori produzione.

 

Ritengo sia un prodotto valido, non ha mai provocato infiltrazione di umidità o di polvere e in pochi minuti il C8 è pronto per essere utilizzato, lo accendo spesso anche quando ci sono repentini cambiamenti di temperatura durante la serata.

 

Osservazione lunare e planetaria.

Gli Schmidt Cassegrain a causa della loro alta ostruzione dovuta allo specchio secondario, non sono certamente i telescopi più adatti all’osservazione di pianeti a basso contrasto, come ad esempio Giove.

Per questo motivo utilizzo con profitto un visore binoculare, ho notato, infatti, che a discapito di una maggior percezione del residuo cromatico e di un lieve aumento della luce diffusa, percepisco con maggiore facilità i dettagli planetari e anche quelli lunari. Su Astrotest.it potete leggere un articolo approfondito riguardo due visori binoculari commerciali.

 

Dopo varie prove ho trovato il miglior compromesso fra prezzo-prestazioni, leggerezza e qualità nel seguente sistema: prisma Baader Zeiss con raccordo alla culatta degli S-C, + visore Baader Max Bright e oculari Baader Classic Ortho 18 mm.

Il visore binoculare, in questo caso, utilizzato con due oculari Celestron X-Cel da 25 mm di diametro

Ritengo sia abbastanza inutile utilizzare oculari di maggiore qualità, perché qualsiasi accessorio ottico inserito prima dell’oculare, reca – a mio parere – sempre un poco di perdita nella qualità globale dell’immagine visualizzata nella lente di campo. Per questo motivo mi avvalgo di oculari di maggiore qualità, unicamente in visione diretta.

 

Osservazione del cielo profondo

Un altro oculare molto interessante che consente di rendere il C8, uno strumento interessante anche per varie osservazioni del cielo profondo è l’oculare Tecnosky Ultra Flat Field da 30 mm di diametro. Ne ho provati vari in fasce di prezzo simili e reputo che sia uno tra i migliori come rapporto prezzo-prestazioni.  E’ un oculare composto da nove lenti in cinque gruppo che sono tutte trattate con multi-strato su ogni superficie. Il campo apparente è di 75°, non è pesantissimo- meno di 600 g, e possiede una comoda estrazione pupillare, di 22 mm che è molto rilassante.  Con quest’oculare si superano di pochissimo i 65X e la pupilla di uscita rimane ancora perfettamente utilizzabile, giacché è di 3 mm.

L’oculare Tecnosky Ultra Flat Field da 30 mm di diametro si è dimostrato tra i migliori che ho provato in questa fascia di prezzo

L’ho comparato a vari prodotti in questa fascia di prezzo e l’ho scelto per la maggior puntiformità sia al centro, sia ai bordi e per il miglior contenimento delle aberrazioni geometriche. M42 sotto un bel cielo di alta montagna è sempre affascinante, anche se si utilizza uno SC commerciale aperto a F/10.

Con quest’accessorio uso vari tipi di diagonale a specchio, un vecchio William Optics, dielettrico, un più recente Excelsis con attacco specifico per SC e il raccordo Geoptik per gli Schmidt Cassegrain con il nuovo diagonale Auriga che è un ottimo acquisto, per qualità ottica in base al prezzo di acquisto, le finiture pregiate e l’utile sistema di fissaggio degli oculari, attraverso un sistema di fissaggio a collare.

Nelle prossime settimane vi parlerò anche dei nuovi oculari, marchiati Auriga che sto testando in questi giorni, osservando Giove e la Luna.

In definitiva, dopo ventuno anni, mi trovo ancora a tessere le lodi di un classico nato anni or sono


Che che se ne dica un C8 d’occasione, magari a forcella, è uno strumento perfetto non solo per iniziare a osservare ma anche per compiere osservazioni astronomiche di un certo livello.

Piuttosto che spendere soldi per piccoli rifrattori apocromatici, penso che trovare un buon esemplare nel mercato dell’usato sia un’ottima decisione. Non è uno strumento specializzato in un settore specifico ma se si ha velleità da visualista, penso sia uno dei diametri più facilmente trasportabili e sfruttabili anche durante serate dal seeing medio.

Vi lascio ora alla mia vecchia recensione con la speranza che possiate carpire altre informazioni sulla resa di questo telescopio.

 

Celestar 8

test di Piergiovanni Salimbeni 
3 febbraio 1998

 

Nel lontano 1954 Alan Hale e Tom Johnson progettarono il primo Schmidt -Cassegrain che venne lanciato sul mercato nel 1966, dopo alcuni perfezionamenti. Si trattava di uno splendido modello da 200 mm con una lunghezza focale di 2000 mm. 
Il suo ultimo successore, il Celestar 8, mantiene tradizionalmente le stesse caratteristiche: il primario è un f/2 il secondario di conseguenza ingrandisce cinque volte. La lunghezza focale permette di ottenere un compromesso con la notevole ostruzione e con il campo utilizzabile. E’oltremodo sconveniente tentare di diminuire l’ostruzione, notevole anche a causa del paraluce interno situato al centro del primario Se si scendesse al di sotto del 25%, i paraluce interni potrebbero creare delle forti vignettature. 
Comunque con un’otturazione dello 0,34 il nostro C8 se la cava egregiamente se si confronta con altri S-C commerciali. 
Quando decisi di acquistare un nuovo telescopio fui attratto in modo particolare dalla sua grandissima trasportabilità. Pensate che con un peso piuma di soli 17 kg. permette agevolmente di spostarsi da una parte all’altra del luogo di osservazione o di stare comodamente tra le ginocchia(ovviamente solo il tubo con forcella!) mentre un amico guida l’ autovettura. Si può anche utilizzare una delle due custodie di polistirolo che avvolgono il C8, nella sua scatola consegnata dall’Auriga, come economica valigia.

MONTATURA 
La forcella totalmente in alluminio, si è dimostrata affidabile nell’uso prettamente visuale, l’unico difetto è da rilevarsi nell’ impossibilità di regolare in altezza le gambe del treppiede, prerogativa del più costoso Ultima 2000. Questo costringe l’osservatore a stare seduto nella maggior parte dei casi, chi poi ama l’osservazione diretta dovrà con soggetti molto alti sull’orizzonte inginocchiarsi in terra o assumere posa da contorsionista. 
La manopola dell’ascensione retta è molto affidabile, la stessa cosa non si può dire per quella della declinazione, poiché dopo poche ore di utilizzo richiede una sana regolata con una piccola pinza. 
Lo smontaggio è molto rapido: sotto la base equatoriale sono situate tre viti, svitando le due più in basso si può tranquillamente sfilare il telescopio dal treppiede, avendo l’accortezza di allentare leggermente la prima vite. Tutta l’operazione può essere eseguita da una sola persona, poiché il tubo con la forcella pesa soltanto 10 Kg. 
Il motore in ascensione e la pulsantiera sono compresi nel prezzo. La pulsantiera, a differenza di quanto ho letto su un’altra rivista del settore, permette non solo la correzione micrometrica per l’ astrofotografia, ma anche di farsi un giretto lungo la via lattea o da un cratere all’altro. Basta avere l’accortezza di tenere premuto il pulsante sinistro e poi agire sul destro, per permettere al motorino di muoversi verso destra velocemente o viceversa per spostarsi a sinistra 
Non essendo appassionato di astrofotografia non ho potuto vagliare la correttezza dell’inseguimento, ma osservando luna e pianeti con 300 e più ingrandimenti non ho mai riscontrato problemi di sorta, a patto di posizionare adeguatamente il telescopio verso il polo celeste. Il motore in declinazione è opzionale. Se non si vuole utilizzare una pila da nove volt, è possibile collegarlo a una presa tramite il convertitore di corrente, anch’esso opzionale, che permette di utilizzare una batteria da dodici volt.

Il vecchio Celestar 8 è decisamente uno degli S-C a forcella da 8″ piu’ compatti, mai prodotti

COLLIMAZIONE 
Ricordo di averla praticata una volta sola, il telescopio si era leggermente scollimato dopo un raid continuo di circa due mesi su di una strada molto dissestata che conduceva a una delle mie postazione preferite. Astrofili pendolari amanti dei newtoniani pentitevi! 
Per quanto concerne la regolazione la procedura è la stessa che ha dovuto eseguire Alessandro Bertoglio sul suo Meade da 10″ (vedi”Il Cielo ” n. 4). 
Dopo aver fatto adeguatamente ambientare il telescopio alla temperatura esterna, si osserva l’immagine fuori fuoco di una stella molto alta sull’orizzonte ad alti ingrandimenti, almeno due volte il diametro dell’obbiettivo espresso in millimetri. Se gli anelli di diffrazione non dovessero essere concentrici, si agirà sulle viti poste sullo specchio secondario. Vi raccomando di operare con delicatezza perché le tre viti sono molto sensibili. 
Lo specchio primario ha una predilezione ad appannarsi, soprattutto nelle notti più umide. Consiglio vivamente l’acquisto o la costruzione di un para condensa.

ACCESSORI 
Sono sicuramente scarsi, un diagonale di media qualità e un cercatore 6×30 che rende abbastanza difficoltosa l’osservazione degli oggetti poco luminosi. Vi è anche un Kellner da 25 M. che, a parte un’insufficiente resa a bordi del campo, svolge discretamente il proprio lavoro.

Sapore di passato: una slitta porta-filtri artigianale, in attesa del sorgere di Giove

VIBRAZIONI 
Osservando Saturno e la Luna con un plossl da 10 mm e dando il classico buffetto al telescopio, ho calcolato uno smorzamento delle vibrazioni dopo cinque secondi e mezzo.. 
 

LUNA E PIANETI 
Uno Schmidt Cassegrain non può certamente offrire le immagini del Maksutov Cassegrain dell’amico Raffaello Braga; si potrebbe sensibilmente aumentare il contrasto costruendolo con una lunghezza focale di 3000 mm, ma questo priverebbe il Celestar 8 della sua tradizionale universalità. 
Ho comunque imparato molto, utilizzando questo strumento: In primis paragonato a un newtoniano commerciale dello stesso diametro, offre un maggior contrasto grazie all’ottica intubata, che permette una totale protezione dell’alluminatura degli specchi e una sufficiente insensibilità alla turbolenza. 
Paragonato a un rifrattore da 10 cm nella specie un Vixen, nelle serate più ventose, il rifrattore offre delle immagini più contrastate ma nelle serate medie e in quelle perfette (molto rare, purtroppo) offre una qualità di dettaglio e contrasto superiore che calcolo circa del 25%, disturbata però da un leggero tremolio. 
Ma vediamo le prestazioni sulla luna: 
 La Rima Alphonsus è ben visibile a 200 ingrandimenti, anche i craterini piroclastici all’interno dell’omonimo cratere sono facilmente osservabili. 
La Rupes Recta, la rima Birt, la rima Galilei e la rima Marian sono quasi sempre facilmente visibili,soprattutto attraverso un filtro giallo chiaro, che ne aumenta il contrasto. 
Non sono mai riuscito a osservare la rima Sheepshanks e la rima Suess, mentre la rima all’interno della Vallis Alpes mi ha mai concesso l’onore di farsi osservare solo 3 volte in 8 mesi. 
Solo in rare occasioni sono riuscito a utilizzare con profitto i 400 ingrandimenti, di norma il nostro satellite può essere osservato tra i 250 e i 300 ingrandimenti. La maggior parte delle volte in cui si osserva si possono vedere particolari non presenti neppur sull’ottimo atlante della Rukl, come ad esempio i micro crateri all’interno di Theopilus.

PIANETI 
Anche in questo caso il seeing è fondamentale. 
La sera del 4 settembre 1997 dalle 21,45 alle 22,00 TU, osservando Giove con un plossl da 10 mm., erano visibili con un po’ di attenzione i seguenti particolari.: 
La macchia rossa che era contraddistinta da una leggera differenza di colore nella parte più a nord, la SPR, la STZ, la SEB, la NEB, la NTB, la NNTB e infine la NPR. In alcuni istanti si poteva osservare l’EB.

Saturno, la sera del 22 ottobre, era molto interessante: ben visibile la divisione di Cassini e le sottili differenze di colore nell’anello B, si vedeva anche la discontinuità nei pressi dell’anello A, invisibile però la divisione di Encke.

 Marte , durante l’opposizione della scorsa primavera, si è spesso rivelata un soggetto alquanto ostico, a causa di una noiosa turbolenza che rendeva difficili le osservazioni. Comunque, sia le calotte polari che i dettagli principali,come il mar della Sirte,erano a 200 ingrandimenti sempre visibili. 
 

STELLE DOPPIE 
E’ molto piacevole osservare nelle serate invernali le quattro stelle del trapezio in M42 e la quinta stellina denominata F di magnitudine 11,5, molto bella anche la compagna di Rigel, aiutato però da un leggero filtro verde chiaro per togliere luminosità alla sorella maggiore. D’estate grazie ad un plossl da 40 mm e un cielo terso, si può osservare la colorazione gialla e la colorazione blu della doppia Albireo nella costellazione del Cigno.

Parlando delle” prestazioni”del C8 sono riuscito anch’ io come il sig. P.G. BARBERO (vedi “Il Cielo” n.4 pag.63) a separare gamma Andromeda, una doppia da 0.55″!Questo grazie ad una barlow 2x, ad un plossl da10 mm e ad una serata molto favorevole.

CIELO PROFONDO 
Esporrò soltanto le osservazioni fatte da un sito con visibilità a occhio nudo della quinta magnitudine. Ovviamente in cieli molto più bui, gli oggetti visibili saranno molti di più, ma così dicendo potrei deludere l’astrofilo che è solito osservare nel giardino di casa o sul monte a pochi chilometri dalla propria città. 
In questo periodo (gennaio) M42 si osserva con molta soddisfazione, utilizzando un filtro all’ossigeno III, la visione è quasi fotografica, invece M1, la nebulosa del Granchio è visibile senza filtro come una fioca nuvoletta tonda. Devo dire che è particolarmente impossibile scorgerla nel cercatore. M57 è poco contrastata mentre a ottantuno ingrandimenti si può osservare la compagna di M31 Ngc 205. Anche M81 e M82 si osservano facilmente, mentre M51 e M101 sono molto evanescenti, ricordo però che tutto questo è osservabile dal giardino di casa e senza nessun filtro LPR. 
Per quanto riguarda gli ammassi stellari molto bello e totalmente risolto appare M13, mentre per la giusta visione del doppio ammasso di Perseo, occorre almeno un oculare da 40 mm o ancora meglio un riduttore di focale, che permetterebbe anche di osservare in tutto in campo le Pleaidi. Sotto un cielo inquinato però, utilizzando ingrandimenti nell’ordine della cinquantina di volte, si schiarisce troppo il fondo cielo a discapito dell’osservazione. Questo comunque non disturba la visione delle galassie sotto un cielo di alta montagna, anzi le rende ancor più luminose.

Il motore in declinazione, all’epoca era opzionale o disponibile nella versione Celestron Celestar Deluxe. L’ho comprato usato per completare la sua dotazione.

CONCLUSIONI 
Il Celestar 8 in proporzione al prezzo d’acquisto (nel 1998 era di € 2.065) offre una ottima trasportabilità ed un ottimo trattamento anti riflessi. Per quanto riguarda l’osservazione lunare e planetaria, le prestazioni dipendono molto dalla turbolenza. E’comunque possibile, nelle sere più ventose, utilizzare con un discreto risultato i 150 ingrandimenti aiutandosi anche con dei filtri, che per mia esperienza attenuano leggermente la turbolenza. 
Anche la messa a fuoco non crea particolari problemi di deterioramento dell’immagine, i perfezionisti potranno comunque applicare con successo una messa a fuoco a cremagliera, dopo aver fissato il primario nella posizione ideale. 
Si potrebbero apportare dei miglioramenti: delle gambe allungabili gioverebbero parecchio alla schiena degli astrofili e un piccolo attacco per sostenere la pulsantiera sarebbe l’ideale. 
Questo S-C è in definitiva un buon strumento universale, chi vuole ottenere delle prestazioni specifiche dovrà rivolgersi ad altri strumenti. E’ più comodo da utilizzare di un rifrattore, tutte le manopole per le regolazioni sono facili e immediate da utilizzare e osservando in una serata favorevole non farà rimpiangere telescopi dal costo superiore. 
 

SCHEDA TECNICA 
Diametro 200 mm 
Lunghezza focale 2000 mm 
ostruzione c. 0,34 
Limite stimato su stelle doppie 0,6 (in sera eccezionale gamma Andromeda sdoppiata osservando l’immagine di diffrazione. 
magnitudine limite teorica 13 
magnitudine raggiunta 13 
fuoco minimo 10 metri con Kellner da 25mm. e diagonale

TEST CONTRASTO E RISOLUZIONE 
LUNA: Gassendi: Visibili solo le rime ad est del cratere 
 Birt: rima Birt, Birt C, F,E,H 
 Alphonsus: la rima visibile solo nelle serate con poca turbolenza, 
 visibili i craterini piroclastici. 
 Plato: visibili i cinque crateri interni nella fase di luna piena. 
 Rima Archytas: visibile 
 Rima Vallis Alpes: visibile raramente 
 Rima Calippus: visibile 
 Rima Sheepshanks: NO 
 Rima Hesiodus: visibile 
 Rime all’interno di Pitatus solo quelle a 23°W

 


ABERRAZIONI PERCEPIBILI CON LO STAR TEST
sferica assente 
astigmatico assente 
coma assente 
tensioni assente 
collimazione dalla fabbrica abbastanza precisa

DISCO DI AIRY
molto brillanti gli anelli di diffrazione

RETICOLO DI RONCHI
 le frange mostrano una lievissima aberrazione sferica. 
 

 

 

 

Novità! Binocoli Vortex Razor UHD

$
0
0

Vortex, stupisce in questo giorno di fine Giugno con una nuovissima gamma di binocoli della serie Razor.

I nuovi Razor UHD saranno disponibili in vari formati: i classici 8×42 e 10×42, il performante 12×50 e un incredibile 18×56  con ben 66 ° di campo, che potrebbe essere un valido sostituto di uno spotting scope.

Fra le nuove caratteristiche sono citati:

  • Nuove ottiche ad alta definizione che consentiranno una risoluzione dell’immagine migliore rispetto ai modelli precedenti.
  • Aberrazione cromatica molto corretta
  • Alta fedeltà d’immagine, contrasto e nitidezza sino al bordo del campo

Il nuovo Vortex Razor UHD 8×42

 

 

  • Nuove lenti 
  • Rivestimenti Xr multi strato su ogni superficie ottica che garantiscono una ottima trasmissione luminosa anche nelle condizioni di scarsa illuminazione
  • Prismi a tetto
  • Sistema a finestra centrale che offre una ottima ergonomia, riducendo pesi e ingombri
  • Scafo ottico in magnesio, leggero e resistente
  • Guarnizioni O-Ring che impermeabilizzano il binocolo e impediscono all’umidità, alla polvere, e a qualsiasi particella di entrare nel tubo ottico e negli elementi ottici
  • Riempimento con gas Argon per la prevenzione degli appannamenti e la formazione delle muffe.
  • Rivestimento ArmorTek ® Il rivestimento ultra- resistente ai graffi  e che protegge le lenti esterne da graffi, olio e sporco.
  • Armatura di gomma che, oltre a fornire una presa sicura, è composta da materiale antiscivolo e consente una ottima protezione dagli urti accidentali.

Lo specialistico 18×56

 

  • Paraluce degli oculari regolabili
  •  
    Sistema di messa  a fuoco centrale
  •  
    Regolazione delle diottrie sull’oculare destro.
  • Compatibilità con treppiede fotografico o con un supporto da finestrino Vortex
  • Diottrie Regola le differenze negli occhi dell’utente. Situato sull’oculare destro.
    Treppiede Adattabile Compatibile con un adattatore per treppiede, che consente l’uso su un treppiede o un supporto per finestrino.
 

Presto in vendita i nuovi binocoli Kowa BDII-XD

$
0
0

A partire da Settembre, saranno disponibili sul mercato i nuovissimi binocoli Kowa della serie BDII-XD.

A quanto pare questi nuovi strumenti ottici, successori della nota serie BD- XD, saranno ben presto apprezzati per un campo di vista molto ampio e per l’utilizzo di vetri ottici XD (ottiche  bassa dispersione).
 

Grazie alle ottiche XD,  le immagini dovrebbero essere contraddistinte da un ottimo contrasto e da una eccellente nitidezza: anche l’aberrazione cromatica dovrebbe essere ben contenuta, mentre la fedeltà delle immagini sarà, senz’altro garantita.
Binomania ha già chiesto un esemplare in prova. 
Rimanete, quindi,  in attesa di ulteriori informazioni.
 

 

Viewing all 825 articles
Browse latest View live